giovedì, Maggio 8, 2025
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Il sale va al bancone: CIS e Silvio Carta accendono la mixology

A TuttoFood protagonista il Fior di Sale di Sardegna nei drink di Mattia Pastori.

BAR, MIXOLOGY E COCKTAIL – Fino a ieri era il re della cucina. Oggi il sale si fa liquido, entra nei cocktail, si miscela, si dosa in gocce. È successo a TuttoFood, dove Compagnia Italiana Sali ha presentato una novità inattesa: una linea premium pensata per il mondo dell’horeca, con l’ambizione di portare il sale dove finora era stato ospite, sul bordo del bicchiere, e farne un protagonista.

In vetrina, il Fior di Sale di Sardegna, cristallino, intenso, evocativo. Ed è proprio questo ingrediente che ha innescato l’intuizione di Donatella Cavallo, responsabile commerciale di Horecanews.it. L’idea: metterlo in dialogo con un altro simbolo della Sardegna, la distilleria Silvio Carta, realtà storica e avamposto creativo del bere isolano.

foto di Nicole Cavazzuti

Ne è nato un progetto che racconta la Sardegna a piccoli sorsi. A tradurre l’idea in cocktail è stato Mattia Pastori, bartender e fondatore di Nonsolococktails. Due drink, uno shot, e un filo conduttore: il sale.

COCKTAIL SALATI E CHUPITO (LA DRINK LIST) Kala Namak Sour È un twist del classico sour. Niente albume, ma una soluzione salina a base di Kala Namak, il sale nero himalayano, sulfureo e umami. Il drink unisce quattro centilitri di whisky torbato Silvio Carta, due di sciroppo di mirtillo blu Fabbri, tre di succo di limone fresco e mezzo di soluzione salina al Kala Namak. Servito in coppa con un gettone d’arancia. Elegante e complesso.

Paloma twist Protagonista 41Bis, distillato di agave prodotto in Sardegna che richiama i sentori fumosi tipici del mezcal con un’identità tutta italiana. Il Fior di Sale non fa da crusta, ma è dentro il drink. Il risultato è un sorso teso, salino, affumicato.

Tequila Slurp Slurp Shot di distillato di agave con pennellata di cioccolato bianco e polvere di lamponi e Fior di Sale.

foto di Nicole Cavazzuti

Dietro il bancone, il granello

Tutti conoscono il sale in cucina. Pochi lo immaginano protagonista dietro al bancone“, afferma Andrea Pedrazzini, marketing manager di CIS. “Con questa linea vogliamo far percepire il sale come una firma gustativa, non solo un accessorio“. Fondata nel 1968, Compagnia Italiana Sali è stata la prima a introdurre il sale iodato in Italia e ad approdare nella GDO con il brand Gemma di Mare.

LA GRAMMATICA DEL SALE

Oggi il sale non è più solo una crusta decorativa: è struttura, profondità, tecnica. Entra nel drink in forma di spray, brine, grasso fuso o drops. Esalta e amplifica le componenti aromatiche: dolcezza, acidità, amaro, umami. Funziona nei cocktail Tiki, dei Sodati, nei Bitter, nei Sour. Quando è aromatizzato con frutta, erbe o liquirizia, diventa un topping raffinato o una nota profumata su schiume. Nel fat washing, con burro salato, pancetta o olio extravergine, arrotonda e ammorbidisce. Può spezzare e bilanciare ed è ideale nei Dirty Martini o in twist salmastri. Infine, con spray o gocce di soluzione salina – dieci grammi in cento millilitri d’acqua – regala precisione e controllo al gesto del bartender.

Un ponte, un’idea, un ingrediente

Il sale conserva, ma oggi anche ispira”, conclude Mariangela Sanna, responsabile comunicazione della distilleria Silvio Carta. “È un ingrediente che racconta territori, trasforma i drink e connette mondi. Dal bar alla cucina, dall’identità alla creatività”.

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