BAR, MIXOLOGY E COCKTAIL – Il Choice è un piccolo cocktail bar sartoriale aperto nel 2020 nel cuore di Parma. Diciassette coperti, un’atmosfera intima, una drink list che cambia due volte l’anno. A guidarlo, Luca Redolfini e Mattia Schiaretti, con uno stile definito “cocktail bar puro, con focus sul whisky”. Ed è proprio lì che, pochi giorni fa, ho assaggiato il Tipperary per la prima volta.
Luca non lo aveva mai preparato. Io non lo avevo mai bevuto. Uno sguardo alla ricetta IBA, verifichiamo dosi, ingredienti, tecnica (Stir and Strain) e il drink nasce. Da provare. Un cocktail strutturato, protente, bilanciato. Non certo low alcol, ma elegante e avvolgente a base di Chartreuse verde, Irish whiskey, vermouth rosso, due gocce di Angostura bitters.
LA STORIA
Se fosse irlandese, sarebbe il cocktail più famoso del Paese dopo l’Irish Coffee. Ma non è certo. Sappiamo che il Tipperary prende il nome da una cittadina nel sud-ovest dell’Irlanda, nota per aver ispirato nel 1912 la celebre canzone “It’s a Long Way to Tipperary”, diventata inno dei soldati britannici nella Prima Guerra Mondiale. Di sicuro, compare per la prima volta nel 1916 in Recipes for Mixed Drinks di Hugo Ensslin, bartender del Wallick Hotel di New York, l’ultimo grande ricettario uscito prima del Proibizionismo. In seguito, il Tipperary si diffonde in diverse versioni:
- 1922 – In ABC of Mixing Drinks di Harry MacElhone e nel libro di Robert Vermeire viene reinventato con gin, succo d’arancia, granatina e menta fresca.
- 1930 – Harry Craddock nel Savoy Cocktail Book distingue tra Tipperary No.1 (l’originale) e No.2 (una versione più aromatica).
- 1931 – In Old Waldorf-Astoria Bar Days di Albert Stevens Crockett appare una terza variante: Sloe Gin, vermouth dry, limone fresco. Uno stile più leggero, frappé.
- Anni ’30–’60 – In Italia compare in diversi testi: Pietro Grandi, Luigi Veronelli, Elvezio Grassi, Amedeo Gandiglio, ognuno con una propria interpretazione.
La codifica IBA (2020)
Nel 2020, l’International Bartenders Association ha deciso di riportare ordine, codificando ufficialmente la versione originale del 1916. Un ritorno alle origini.
Ricetta ufficiale IBA
- 50 ml Irish Whiskey
- 25 ml Vermouth rosso
- 15 ml Chartreuse verde
- 2 gocce di Angostura Bitters
Metodo: Versare gli ingredienti in un mixing glass con ghiaccio cristallino. Mescolare per 20-30 secondi, poi filtrare in una coppetta ben fredda. Guarnire con un zest d’arancia.
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Tips: come preparare (e reinterpretare) un Tipperary oggi
Temperatura
Meglio fresco che ghiacciato. Una temperatura troppo bassa anestetizza la complessità della Chartreuse e smorza le sfumature erbacee. Serve una freschezza controllata per godere appieno dell’equilibrio aromatico.
Bilanciamento
La Chartreuse verde è un liquore potente (55°), erbaceo, dominante. Anche uno sbilanciamento minimo può compromettere il cocktail. Meglio usare il jigger, quindi.
Varianti moderne
Voglia di sperimentare? Ecco alcune idee proposte da IBA che rispettano lo spirito del Tipperary, ma lo rinnovano:
- Al posto del whiskey Cognac: per un profilo più elegante Cachaça: per una nota tropicale
- Più amaro Aggiunta di Fernet Branca o Cynar per un finale più deciso
- Alternative alla Chartreuse Alpicella, Certosa, Mastiha: meno alcol, più anice
- Giocare con il vermouth Infusione con cold brew coffee
- Tocco di frutta Un dash di Crème de Pêche o Sherry fino per dare rotondità.
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