sabato, Aprile 12, 2025
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Alla scoperta del Long Island Iced Tea: storia, leggende e ricetta

Tra i drink più discussi, fraintesi, imitati della storia della miscelazione internazionale. Il Long Island Iced Tea non contiene tè, ma ha conquistato il mondo

BAR, MIXOLOGY E COCKTAIL – Il Long Island Iced Tea è un paradosso liquido. È il cocktail che non dovrebbe funzionare, eppure continua a spopolare. Non è raffinato, non è snob, ma ha una forza dirompente. Forse perché, in fondo, rappresenta una verità scomoda: a volte la miscelazione non è per forza less is more. È caos ben organizzato. Oppure, come direbbe qualcuno seduto al bancone dopo il terzo Long Island: “Non so cosa ci sia dentro… ma so che funziona”.

La leggenda

Come ogni grande classico delle mixology, anche il Long Island è circondato da leggende.
C’è un racconto affascinante sulla sua origine: il Long Island Iced Tea sarebbe nato durante il Proibizionismo americano, negli anni ’20, come bevanda “camuffata” da tè freddo per ingannare le autorità. Un trucco ideato per continuare a bere in segreto nei giardini di Long Island, sotto il sole, con un sorriso beffardo e un bicchiere in mano. Peccato che non sia vero.
Per almeno due motivi: il Long Island Iced Tea contiene tequila, un distillato che negli anni ’20 era praticamente inesistente nel mercato statunitense. E anche l’uso simultaneo di vodka, gin, rum e triple sec non corrisponde ai consumi o agli stock del tempo. Camuffamento superfluo: l’idea del drink mimetico perde forza se si considera che gli alcolici venivano consumati soprattutto negli speakeasy, locali nascosti e privati, dove la discrezione era già garantita dalle quattro mura.

La storia

Per trovare la vera origine del Long Island Iced Tea bisogna spostarsi avanti di cinquant’anni e cambiare completamente atmosfera. Niente gentlemen in giacca e cravatta. Qui siamo al Oak Beach Inn, Long Island, primi anni ’70. Il locale è tutto tranne che elitario: motociclisti, universitari, personaggi eccentrici e un’aria di festa continua. È in questo contesto che Robert “Rosebud” Butt, bartender eclettico e un po’ rock’n’roll, crea il cocktail nel 1972 durante una gara a base di triple sec. L’idea è semplice: prendere tutti gli spirits trasparenti del banco e metterli insieme. Il risultato? Un drink forte, sorprendentemente equilibrato, e con un colore che – guarda caso – somiglia proprio al tè.

Il Long Island al cinema

Il Long Island Iced Tea compare anche al cinema: lo beve Carrie Bradshaw in “Sex and the City”, lo ordina Johnny Depp in “Paura e delirio a Las Vegas” ed è protagonista di una scena epica in “The Other Guys” con Will Ferrell, dove diventa simbolo della rivincita dei nerd in abito grigio.

credits fotografici: Nicole Cavazzuti

La ricetta ufficiale IBA (International Bartenders Association)

Nel tempo, il Long Island è stato incluso nella lista ufficiale dell’IBA, riconoscimento che pochi “pasticci alcolici” possono vantare. Ecco la sua formulazione:

Ingredienti:

15 ml vodka
15 ml gin
15 ml rum bianco
15 ml tequila
15 ml triple sec (Cointreau o simili)
30 ml succo di limone fresco
20 ml sciroppo di zucchero
Top di cola
Ghiaccio q.b.
Fetta di limone per garnish (opzionale)

Preparazione: versare tutti gli ingredienti, tranne la cola, in un bicchiere highball colmo di ghiaccio. Mescolare delicatamente. Completare con un top di cola. Guarnire a piacere.

Un pasticcio perfetto. O quasi.

Il Long Island Iced Tea è un cocktail divisivo. Snobbato da molti bartender, è amato da chi cerca “tanto alcol, zero fronzoli”. La presenza della cola, spesso vista con sospetto nel mondo della mixology, lo relega ancora oggi in una sorta di limbo tra culto popolare e disprezzo tecnico.

Eppure il Long Island resiste, si reinventa, conquista.

Varianti sul tema (ma con stesso spirito)

Come ogni grande classico, anche questo cocktail ha generato cloni e reinterpretazioni. Ecco le più note e qualche outsider da provare.

  • Long Beach Iced Tea: sostituisce la cola con succo di cranberry. Meno dolce, più acido.
  • Tokyo Iced Tea: usa Midori al posto del triple sec e soda limone-lime. Il drink diventa verde fluo.
  • Adios Motherfucker (AMF): blue curaçao e soda al limone-lime. Estetica kitsch, alcol senza freni.
  • Texas Tea: aggiunge anche bourbon alla base. Se non è sfida, poco ci manca.
  • California Iced Tea: variante “tropicale” con aggiunta di succo d’arancia e mango.
  • Electric Iced Tea: usa curaçao blu, sostituendo cola con soda. Un pugno agli occhi… e al fegato.

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