martedì, Dicembre 23, 2025
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Notizie mixology dal mondo: dalla catena britannica di bar al cane robot che “fiuta” l’alcol!

Dal mondo: The Alchemist rilancia i cocktail del 2010, crisi del whiskey con produzione ferma, Bacardi testa un cane robot anti-sprechi nelle distillerie.

La catena britannica di cocktail bar The Alchemist celebra 16 anni riproponendo i drink del 2010 alle tariffe originali: una strategia vincente per contrastare la crisi del settore hospitality? Nel frattempo i distillatori di whiskey statunitensi (e non solo) bloccano gli impianti: i depositi traboccano di prodotto invenduto per il crollo dell’export (peggiorato dalle politiche Trump). E per contenere gli sprechi, Bacardi ha messo a punto un cane robotico che “individua” le dispersioni di etanolo nelle warehouse di invecchiamento. L’ultima rassegna del 2025 con le news settimanali dal panorama internazionale di drink e distillati.

Regno Unito, la catena di cocktail bar ripropone i drink (e le tariffe) del remoto 2010.

Mentre si addensano nubi sempre più scure sull’hospitality britannica (secondo i calcoli dell’associazione UKHospitality la pressione fiscale sulle aziende è destinata quasi a raddoppiare entro il 2029, come segnala The Spirits Business), non tutti gli operatori si arrendono allo sconforto. C’è anzi chi risponde con un’iniziativa dal sicuro impatto mediatico: la catena The Alchemist proporrà a gennaio un menù “revival” in tiratura limitata, riportando alcuni dei suoi drink più celebri alle tariffe del 2010.

Una decisione tutt’altro che casuale: il 2010 rappresenta infatti l’anno di fondazione di The Alchemist. Così, riferisce sempre The Spirits Business, per celebrare i suoi 16 anni l’insegna ripresenterà nel suo menù revival alcuni cocktail particolarmente apprezzati dal pubblico negli anni scorsi, come il White Chocolate Lampberry Martini (vodka Absolut Lampberry, liquore di bacche scure Mouse Kingdom, Aperol, lampone, mirtillo rosso e schiuma di cioccolato bianco) o il particolare Colour Changing One, che modifica la tonalità cromatica con il trascorrere dei minuti (Ketel One Vodka, mela croccante e “alchimia di agrumi”), entrambi a 6 sterline (circa 7 euro), identica tariffa del 2010, per l’appunto. Oppure lo Smokey Old Fashioned (Buffalo Trace Bourbon, sciroppo d’acero, bitter Jerry Thomas) o il Dead Red Zombie (rum Bacardi Carta Blanca, Wray & Nephew, Grand Marnier, agrumi, ananas, mirtilli e Zombie mix), a 8 euro.

Troppo whiskey rimasto invenduto, in America si blocca la produzione.

Nel 2026 ormai alle porte, del resto, il cielo diventerà sempre più plumbeo in diversi comparti in tutto il mondo. Tutt’altro che rasserenante è lo scenario che si presenta ad esempio ai produttori di whisky: l’ultima notizia, riferita fra gli altri da Global Drinks Intel, è che il gruppo Suntory Global Spirits sospenderà per l’intero 2026 la produzione a Clermont (Kentucky) del suo celeberrimo bourbon Jim Beam, per via del marcato calo (-9%) delle esportazioni, aggravato dalle poco avvedute politiche della Casa Bianca.

L’azienda ha comunicato che sfrutterà la pausa per realizzare migliorie allo stabilimento, mentre è tuttora in corso il dialogo con i sindacati su come ricollocare i lavoratori durante la sospensione. L’associazione dei distillatori del Kentucky stima che i produttori di whiskey dello Stato americano si trovino ad affrontare quantitativi record di distillato invecchiato nei propri depositi (per un totale di 16,1 milioni di barili), la maggioranza dei quali sarà pronta per essere imbottigliata soltanto attorno al 2030. All’inizio di quest’anno Brown-Forman, proprietaria del bourbon Jack Daniel’s, ha chiuso un impianto di produzione di botti in Kentucky tagliando 640 lavoratori, mentre Diageo ha anch’essa fermato temporaneamente la produzione nelle distillerie Balcones in Texas e George Dickel in Tennessee.

Ma le tensioni commerciali si sono fatte sentire anche al di qua dell’Oceano, con la stessa Brown Foreman e Pernod Ricard che hanno limitato quest’anno i volumi produttivi di whisky rispettivamente in Scozia e Irlanda.

Il cane robotico che individua le dispersioni di alcol in warehouse.

Bacardi sta sperimentando un robot dall’aspetto canino per individuare piccole ma onerose dispersioni di etanolo nei suoi magazzini di maturazione nei pressi di Glasgow. Il dispositivo, sviluppato dal National Manufacturing Institute Scotland con il supporto dello Scotch Whisky Research Institute, utilizza un sensore montato su un braccio realizzato con stampa 3D per rilevare i vapori mentre si muove autonomamente nel magazzino.

L’obiettivo è verificare se la robotica possa offrire un’alternativa più efficiente e basata sui dati rispetto alle tradizionali ispezioni “umane”. Secondo quanto riporta Drinks International, i primi risultati sono incoraggianti, sebbene la tecnologia sia ancora in fase sperimentale. Il prossimo passo potrebbe essere integrare il sensore direttamente nel robot per migliorarne affidabilità e funzionalità. Bacardi, che ha recentemente ampliato i propri magazzini a Poniel, in Scozia, vede nel progetto un’opportunità per innovare i processi di controllo e ispezione nella produzione di whisky.

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