lunedì, Febbraio 24, 2025
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Slow Wine Fair ospita la quinta edizione della Fiera dell’Amaro d’Italia

Dal 23 al 25 febbraio, Slow Wine Fair ospita la quinta edizione di Fiera dell'Amaro d'Italia, al padiglione 15 di BolognaFiere.

Non solo vini buoni, puliti e giusti: Slow Wine Fair 2025 ospita la quinta edizione della Fiera dell’Amaro d’Italia, la quarta nell’ambito dell’evento, con un’area dedicata dove produttori d’eccellenza possono proporre amari e spirits per introdurre appassionati e professionisti in un mondo affascinante e ancora poco conosciuto. Dal 23 al 25 febbraio, il padiglione 15 di BolognaFiere ospita 26 realtà provenienti da 13 regioni italiane.

Si parte dal Piemonte, con l’Amaro del Centenario, originario di Canelli (AT), che deve il nome alla ricorrenza dell’anniversario dell’Unità d’Italia, e si ottiene da una miscela di erbe aromatiche selezionate, piante officinali e agrumi freschi; l’Amaro Marlus, nato a Moncalieri (TO) da un equilibrato mix di alloro, arancia, cannella e altre erbe, e Mintriga, azienda agricola di Osasio che produce l’omonimo liquore, a base di menta piperita Piemonte.

Il Friuli-Venezia Giulia è presente con due aziende: Knez Spirits, che produce il Pelinkovac, risultato di una selezione di assenzio e altre erbe aromatiche locali e il liquore di Terrano, tradizionale spirito dell’altipiano carsico triestino realizzato con il Terrano, vino autoctono prodotto con le uve dell’omonimo vitigno, e il “Piccolo Liquorificio Artigianale in Trieste Piolo & Max”, attento alla qualità delle materie prime, provenienti da agricoltura biologica, da cui ricava amari, grappe e particolari liquori come l’Holeunder, a base di fiori di sambuco.

In Veneto c’è Eleven Trade, in provincia di Treviso, produttrice del pluripremiato Roby Marton Gin, icona dell’eccellenza italiana apprezzata a livello internazionale; in Lombardia, Amaro Sanfilippo, liquore a base di erbe che deriva dalla combinazione di 23 botaniche, e in Toscana l’Azienda Agricola Barbarossa, situata nel cuore della Maremma toscana, e il suo Amaro Melagrana, realizzato da frutti selezionati e sottoposti a un processo di macerazione lenta e naturale.

Direttamente dall’Emilia-Romagna, Amaro Yerba, liquore artigianale a base di yerba mate prodotto a Fossolo di Carpi (MO), perfetto connubio di cultura italiana e tradizione sudamericana, l’Amaro Montenegro, con le sue 40 erbe aromatiche, e il bolognese Gotha Spiriti Nobili con Settemezzo, liquore a base di Carciofo violetto di San Luca, Presidio Slow Food che gli conferisce note erbacee e di liquirizia.

Numerosa la partecipazione del Lazio, con ben quattro espositori: Distillerie Capitoline, progetto nato a Roma dalla passione di quattro amici con la voglia di proporre prodotti artigianali legati alle risorse del territorio; Pallini, tra le più antiche aziende romane, leader in Italia per la produzione del Mistrà, liquore a base di anice, oltre che di alcune specialità come l’Amaro Formidabile; Paolucci Liquori, azienda alla quarta generazione che produce liquori e distillati italiani, con particolare riguardo per le tipicità regionali del centro Italia, tra cui l’Amaro Ciociaro, con erbe officinali che danno una nota chinata e balsamica, e Sarandrea – Liquoreria Erboristeria dal 1918, a Collepardo (FR), specializzata in fitopreparazioni, piante officinali e liquori artigianali.

Dall’Abruzzo torna Scuppoz, che a Campli (TE) dal 1982 produce liquori nel rispetto della natura e della comunità, tra cui spiccano la Genziana delle Pecore, la Ratafià e il Gin Agrumatico.

Passando al sud Italia, non manca l’inconfondibile Amaro Lucano, nato nel 1894 da una ricetta segreta a base di 30 erbe che in Basilicata la famiglia Vena, a Pisticci Scalo (Matera), tramanda da generazioni. In Campania, da Eboli, in provincia di Salerno, Gargiulo 1966 e l’Amaro Don Carlo, con la sua ricetta segreta di oltre 15 erbe e spezie, e il Liquorificio Mastr’Antonio, che a Chiusano Di San Domenico, in provincia di Avellino, realizza liquori distintivi come il Nocivino, il Prunus e la crema di castagne, utilizzando materie prime provenienti dall’Irpinia.

Ci si sposta in Calabria con la Distilleria F.lli Caffo, che da oltre un secolo produce amari, liquori e distillati e SanTer 1960 Amaro Supremo, nato negli anni ‘60 dagli ingredienti che contraddistinguono il cuore della Calabria Ionica: bergamotto, finocchietto selvatico e alloro. In Puglia, Mita Spirits è specializzata nella raccolta ed estrazione di piante spontanee pugliesi, dalle quali produce vermouth, amari e liquori selvatici capaci di restituire il gusto e il profumo del territorio salentino, mentre prodotto di punta di Spirito Selvaggio è l’amaro “non convenzionale”, realizzato ad Altamura da un delicato infuso di finocchietto selvatico tipico della Murgia Pugliese. Presente anche la Sicilia con i liquori di Paesano, realizzati da ingredienti coltivati esclusivamente in Sicilia secondo agricoltura etica e biologica: dal pistacchio al fico d’india, fino al Carciofo Nostrale di Niscemi, Presidio Slow Food.

A questi si aggiungono altri produttori di amaro distribuiti tra isole e padiglioni, e i produttori di spirits: Distilleria Pascale, Nc’nean Distillery, Regno Unito, Sviluppo Insieme – Folia Gin e Wow Gin Finger Lime Infused.

I laboratori del Mixology Lab

L’area dedicata agli spirits è pensata per coinvolgere il mondo della mixology. Nell’area Mixology Lab gli espositori possono illustrare le caratteristiche e i metodi di produzione dei propri spirits, come l’impiego di ingredienti locali da coltivazioni sostenibili e di prodotti di difesa a basso impatto ambientale, mentre i bartender di Drink Factory li valorizzano, elaborando cocktail inediti da far degustare al pubblico.

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