giovedì, Gennaio 9, 2025
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A Bologna Sentaku Izakaya porta il vero Giappone sotto i portici

Izakaya è un format molto comune in Giappone, un negozio dove ci si ritrova per sedersi, condividere piatti in compagnia e bere in allegria. Spesso sono spazi piccoli e specializzati, magari solo in ramen o yakitori. “Noi, però, abbiamo voluto creare un concetto più ampio: un contenitore che offra varietà e soddisfi il desiderio di sperimentare dei nostri ospiti. Uniamo convivialità e qualità in un format che, in Italia, è ancora poco conosciuto”, spiegano i due soci Claudio Alessandro Musiani e Nicolò Ribuffo.

Quanto ha influito il Giappone nelle vostre carriere e nella creazione di Sentaku Izakaya – Sentaku Concept?
Claudio Alessandro Musiani: Tantissimo. Io sono stato tre volte in Giappone e ho trascorso quasi un mese a Osaka. È stata un’esperienza incredibile: street food ovunque, sapori intensi, umami in ogni boccone. È lì che ho capito quanto sia importante il legame tra cibo e cultura.
Nicolò Ribuffo: Io ho vissuto in Giappone quasi tre anni, lavorando nella ristorazione. Questa esperienza ha plasmato la mia visione: volevamo portare un pezzo di Giappone a Bologna, ma senza snaturarlo. Non si tratta solo di riprodurre piatti o cocktail, ma di ricreare quell’atmosfera speciale che si vive in un izakaya.”

Il Menu

Quali sono i piatti che meglio rappresentano Sentaku Izakaya?
Circa l’80% degli ingredienti è importato direttamente dal Giappone, quindi la materia prima è il fulcro del nostro menù. Tra i piatti più apprezzati c’è il Katsu Sando, un sandwich giapponese fatto con pane al latte, cotoletta di maiale croccante, cavolo bianco e salsa tonkatsu. È un classico, ma sempre irresistibile.Un altro piatto simbolo sono le Yuzo Kosho Tebasaki, alette di pollo speziate con yuzu e peperoncino. Il mix di acidità e piccantezza è qualcosa che colpisce sempre i nostri ospiti. Sono perfette da condividere, come tutto quello che proponiamo.

La vostra drink list ha ricevuto molti riconoscimenti. Qual è il segreto del successo?
Si basa su ingredienti giapponesi autentici. Ad esempio, il Nippo Champagne, uno dei nostri best seller, è un twist sul French 75, creato con vodka, acqua di rose, Italicus, champagne e kombucha di lamponi. L’idea è nata da mia madre, che adorava il French 75 e voleva qualcosa di simile. Valentino Creatura, il nostro bartender, ha creato un cocktail unico, che ha conquistato anche la stampa, finendo su TGcom24. Un altro esempio è il Bloody Japan, una rivisitazione del Bloody Mary con gin speziato, acqua di pomodoro, ponzu allo shiso e wasabi. Ogni cocktail racconta una storia e si abbina perfettamente ai nostri piatti.

Quando cambierà il drink menù?
Entro fine gennaio, probabilmente

Ci sono abbinamenti particolarmente riusciti tra piatti e cocktail?
Il Nippo Champagne si abbina perfettamente con il Karifurawa, un cavolfiore giapponese marinato nella soia e cotto al forno con una salsa agrodolce piccante homemade. E poi l’Old Japanese Butter, con bourbon, burro, noci e Cynar, è incredibile con il Cha Siu Bao, un panino al vapore ripieno di pancia di maiale e cavolo sottaceto. 

In appena un anno siete entrati nella Top 500 Bars. Cosa significa per voi questo traguardo?
È un enorme riconoscimento al lavoro del nostro team. Abbiamo voluto creare un luogo che fosse autentico e innovativo, un posto dove le persone potessero vivere un’esperienza unica. Entrare nella Top 500 Bars ci ha confermato che siamo sulla strada giusta.  

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