Ogni cultura costruisce i suoi miti attraverso i riti, e Autoctoni Gourmet si presenta come un rito contemporaneo che tenta, con eleganza e metodo, di decifrare il codice gastronomico di una regione: le Marche. Dal 2022, due volte all’anno – in una simmetria quasi liturgica tra estate e inverno – questo evento si propone non solo come competizione culinaria, ma come esercizio di conoscenza, un laboratorio sensoriale e simbolico.
Non è un semplice gioco di fornelli, né una messa in scena effimera per palati distratti. È piuttosto un dispositivo culturale pensato per educare – etimologicamente: “trarre fuori” – i futuri protagonisti del settore Horeca, avvicinandoli all’essenza più profonda dei prodotti autoctoni. Ingredienti come il tartufo nero di Roccafluvione, l’anice di Castignano, o un peperone dalla genealogia locale diventano così segni, portatori di senso e storia, integrati da chef spesso “forestieri”, chiamati a reinterpretare il linguaggio marchigiano in chiave nazionale.
L’edizione attuale ha sostituito il vino con il gin per esplorare una grammatica alternativa del gusto, in linea con le mode liquide del presente. E se l’evento è apprezzato da partecipanti e giurati, non è solo per la qualità dell’esperienza: è per la sua capacità di generare narrazioni durature, testimoniata dai creator e giornalisti coinvolti, scelti non per vanità mediatica ma per affinità semiotica con l’universo degli spirit. Se questa edizione, ospitata dal Caffè Meletti, è stata vinta da Gloria Valcarenghi e Iuliana Buico, per il team Conero, la prossima è già nei pensieri degli organizzatori.
Intanto ci siamo fatti raccontare tutto da Laura Melloni, coordinatrice dell’area promozionale di LINFA, una che questo progetto lo porta avanti con passione e visione.
Che cos’è Autoctoni Gourmet?
È una manifestazione nata nel 2022, promossa dalla Camera di Commercio e dall’Agenzia Linfa. Siamo alla sesta edizione: due all’anno, una estiva e una invernale. L’obiettivo? Valorizzare i prodotti enogastronomici marchigiani in modo esperienziale e coinvolgente.
Quest’anno, niente vino ma gin. Perché questa scelta?
Volevamo raccontare la qualità dei nostri distillati. Sei micro-distillerie hanno partecipato, ma il territorio ne offre molte altre. Il gin è attualmente il distillato più “in voga”, e l’abbinamento con il cibo si presta a nuove esplorazioni.
Qual è la formula dell’evento?
Una gara di cucina, insolita e stimolante: squadre composte da giornalisti e creator, affiancati da giovani chef di un’accademia. È anche un modo per educare i futuri professionisti Horeca alla conoscenza dei prodotti locali.
Chi sceglie i piatti e gli ingredienti?
Ogni edizione invitiamo uno chef – spesso da fuori regione – che propone un piatto del suo menù, adattandolo con un ingrediente marchigiano. Stavolta, ad esempio, un peperone autoctono. In passato abbiamo usato il tartufo nero di Roccafluvione, il ciauscolo, persino il vino trasformato in riduzione.
Perché uno chef esterno?
Per dimostrare che i prodotti marchigiani possono integrarsi nella cucina italiana nel suo complesso. Vogliamo superare i confini regionali delle materie prime.
Come selezionate i partecipanti?
In base al focus tematico. Quest’anno erano i distillati, quindi abbiamo cercato giornalisti e creator specializzati in spiriti, capaci di raccontare il prodotto anche in contesti futuri, non solo durante l’evento.
Cosa offre in più questa esperienza ai partecipanti?
Una full immersion: masterclass, cene, incontri con i produttori. Vogliamo che tornino a casa con qualcosa di più di un semplice comunicato stampa.
Bilancio di questa edizione estiva?
Positivo. Il format funziona, diverte, lascia il segno. Chi partecipa torna volentieri, sia come ospite che come concorrente o giurato.
La prossima tappa?
Stiamo già pensando all’edizione invernale. L’apertura al gin è stata una “boccata d’aria fresca”, e ci ha mostrato che c’è spazio per nuovi abbinamenti, nuove narrazioni.
La comunicazione oggi passa anche dai social. Quanto contano per voi?
Sono fondamentali. Instagram è il nostro canale principale: diretto, visivo, perfetto per raggiungere un pubblico giovane. Facebook ha perso un po’ di appeal. Da poco abbiamo aggiunto anche la diretta social, per dare ancora più visibilità ai contenuti.
Photo Credits: Nicole Cavazzuti
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