Velier mette al centro il gusto per raccontare ed esplorare il mondo dei distillati
Mettere il gusto al centro della narrazione dei distillati, fare cultura in materia di spirits portando in primo piano tutto quello che tradizionalmente è celato dietro le etichette e i brand dando spazio alle storie dei produttori e al loro contesto di riferimento.
È questo l’approccio che Velier, prima azienda italiana per ricerca e importazione di distillati, ha scelto per consolidare la sua attività di divulgazione e formazione sugli spirits rivolta non solo agli operatori ma anche al pubblico di appassionati e curiosi, leitmotiv dell’incontro “Whisky vs Rum, Rum vs Whisky – Una comparativa delle eccellenze Velier attraverso il malto d’orzo e la canna da zucchero” tenutosi a Napoli ed ospitato da Falangan’s.
“È il primo di una serie di eventi che dovrebbe coprire l’intero territorio nazionale – ha spiegato Alessandro Gonzales – con l’obiettivo non tanto di parlare di prodotti del nostro catalogo in maniera specifica, come normalmente si fa nelle masterclass, ma per dare spazio al gusto, attraverso il quale arrivare ad una maggiore consapevolezza e alla scelta.”
La serata, condotta con un forte taglio interattivo da Angelo Canessa, Mixology Manager dell’azienda guidata da Luca Gargano, e da Samuel Cesana, docente di Whisky Club Italia, ha voluto rappresentare come sia importante un cambiamento del modo stesso di comunicare il mondo degli spirits per riuscire a renderlo non solo più accessibile ma anche più navigabile e apprezzabile in modo trasversale.
“Con questo format – spiega Samuel Cesana – vorremmo riuscire a mettere gli appassionati di rum di fronte a un bicchiere di whisky e viceversa e questo significa favorire il confronto, l’esplorazione, perché troppe volte ci si ferma rispetto a determinati confini quando magari ci sono punti di tangenza che potrebbero creare curiosità e allargamento degli interessi. E poi siamo consapevoli che il whisky ha bisogno di più freschezza e innovazione nel racconto e può prendere spunto dal mondo del rum che è più circoscritto ma molto tecnico, mentre il rum ha bisogno di allargare gli orizzonti ed attingere al grande respiro del whisky. In generale l’obiettivo è creare consapevolezza nel consumatore, cosa che non si può fare parlando soltanto di marketing e brand, aspetto importante, sicuramente, ma non sufficiente”.
Ripercorrere e approfondire le tecniche, l’osservazione dei territori, la storia dei produttori, le loro scelte, il loro approccio all’ambiente, alla coltivazione, alla lavorazione che può essere o meno artigianale, parlare di microclimi, varietà, maturazioni, terroir, di uso dei legni e di impatto di tutti questi elementi sugli aromi e sul gusto può essere per Velier la prospettiva giusta per restituire una vista ben più ampia sulle peculiarità del mondo dei distillati e quindi sulle sue potenzialità, favorendo quella trasversalità tra appassionati dell’una e dell’altra categoria ancora poco diffusa.
“La trasmissione della cultura dei prodotti di qualità – conclude Angelo Canessa – a prescindere da come si vestono le bottiglie e dal denaro che si possa investire in packaging, design e piattaforme è data per il 99% dalla condivisione di contenuti: ciò che fa innamorare la gente di un prodotto è il contenuto che attiene alla categoria, prima che al brand, ed è proprio su quello che Velier ha deciso di puntare.”
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