C’è chi ama definire il Boulevardier come lo “zio d’America” del Negroni, grazie alla formula in parti uguali di bitter, vermouth rosso e whiskey in sostituzione del gin. Tuttavia, malgrado la parentela ideale nella ricetta, tra i due drink non vi è alcun legame genealogico: percorsi storici differenti e, in certi casi, anche modalità di servizio distinte. È il momento di scoprire la storia di questo classico intramontabile, nato oltre un secolo fa e tornato in auge nel nuovo millennio fino a diventare uno dei cocktail più apprezzati del panorama internazionale.
Origini e significato del nome
Un altro punto in comune con il Negroni è che anche il Boulevardier è uno dei pochi drink storici di cui possiamo ricostruire con certezza la nascita, evitando le solite leggende da bancone. Il merito spetta al celebre bartender Harry MacElhone, che nel 1927, nel suo libro “Barflies and Cocktails”, citò il Boulevardier attribuendone la creazione a Erskine Gwynne Guin. Scrittore americano e nipote del magnate ferroviario Alfred Vanderbilt, Gwynne si trasferì a Parigi durante il Proibizionismo, dove – oltre a frequentare l’Harry’s New York Bar di MacElhone – fondò una rivista di moda e lifestyle intitolata proprio The Boulevardier. Il termine, nella Parigi della Belle Époque, indicava un “uomo da boulevard”, una figura elegante e cosmopolita, tutt’altro che un vagabondo.
Nonostante la prestigiosa menzione del 1927, il Boulevardier cadde poi nell’oblio, assente nei principali manuali del Novecento. Solo un’apparizione, ma per omonimia, si trova nel 1929 in “Cocktails de Paris” di Georges Gabriel Thenon “Rip”, dove però la ricetta è del tutto differente. Bisognerà attendere la cocktail renaissance dei primi anni Duemila perché alcuni bartender di spicco – tra cui Toby Cecchini – riportassero alla ribalta questo elegante mix, riscoprendolo come uno dei grandi classici. Da lì il successo fu travolgente, anche in Italia, dove viene spesso proposto come variante sofisticata del Negroni.
La versione ufficiale IBA
Spinto dal rinnovato entusiasmo internazionale, il Boulevardier è stato inserito nella lista ufficiale dell’International Bartenders Association (IBA) a partire dal 2020.
Tecnica: Stir and Strain
Bicchiere: coppetta da cocktail ghiacciata o tumbler basso con ghiaccio
Ingredienti:
45 ml bourbon o rye whiskey
30 ml bitter Campari
30 ml vermouth rosso
Garnish: twist di arancia
Una composizione tanto semplice quanto bilanciata, che unisce la dolcezza aromatica del vermouth, la nota amaricante del bitter e la corposità calda del whiskey, creando un equilibrio di sapori inconfondibile.
Interpretazioni e varianti
Come accade per molti classici, anche il Boulevardier ha generato numerose reinterpretazioni. Tra le più note, l’Old Pal, che pur non essendo un vero “twist” del Boulevardier, gli è spesso associato per somiglianza nella struttura. Inserito nel 1922 nel volume “ABC of Mixing Cocktails” da MacElhone stesso, fu ispirato dal giornalista sportivo William “Sparrow” Robertson, frequentatore abituale dell’Harry’s Bar di Parigi. Rispetto al Boulevardier, risulta più secco grazie all’impiego del vermouth dry. Questo cocktail godette di buona fortuna, tanto da figurare nella prima lista IBA dal 1961 al 1986.
Più moderna è invece la vera variante americana, il Breakfast Boulevardier, che prevede l’infusione nel Campari dei coloratissimi Froot Loops della Kellogg’s, aggiungendo al bitter un tocco dolce e fruttato. Per chi ama sperimentare, l’IBA suggerisce anche alternative insolite: sostituire il whiskey con shochu, baijiu o jenever, oppure esplorare diverse tipologie di bitter e vermouth, mantenendo però l’equilibrio aromatico tipico del cocktail.
Un cameo cinematografico
Pur non comparendo esplicitamente sullo schermo, il Boulevardier vanta un curioso “parente” nel film “Ricomincio da capo” (1993), commedia cult con Bill Murray e Andie MacDowell. In una scena ricorrente, Rita (MacDowell) sorseggia vermouth rosso on the rocks con una fetta di limone, finché Phil (Murray) vi aggiunge del bourbon Jim Beam. Quel drink, poi ribattezzato “Groundhog Day” dal titolo originale della pellicola, ricorda da vicino un Boulevardier… semplicemente senza bitter. Un’ulteriore prova di quanto l’eredità di questo cocktail continui a ispirare, anche fuori dal bancone.

Photo Credits: Nicole Cavazzuti
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