martedì, Luglio 22, 2025
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Alla scoperta dei ”fratelli” del Margarita: storie, ricette, film e canzoni

Se il Paloma è probabilmente il cocktail più popolare in Messico, certamente il Margarita è il cocktail messicano più famoso nel mondo. Tanto che, attualmente, nel ricettario ufficiale dell’Internatiomal Bartenders Association (IBA) compare in ben tre versioni diverse. In vista del Tequila Day, che si celebra il 24 luglio, scopriamo allora le principali variazioni sul drink che ha contribuito in maniera determinante alla diffusione a livello globale del distillato di agave, suo ingrediente principale insieme con il triple sec.

La storia e il nome

Sulle origini del Margarita abbiamo una sola certezza: è nato in Messico. Per il resto, numerose e variegate sono le leggende che si tramandano sulla nascita di questo drink. Per alcuni si tratterebbe di un’interpretazione in chiave messicana – creata all’epoca del Proibizionismo, quando molti americani varcavano il confine per bere alcolici – dei cocktail Daisy (che in inglese significa margherita, margarita in spagnolo), categoria di drink composti da un distillato, un liquore e succo di agrumi.

In base a un’altra teoria, il cocktail sarebbe stato creato da Daniel “Danny” Negrete, gestore nel 1936 dell’Hotel Garci Crespo a Puebla, il quale lo avrebbe realizzato per la sua fidanzata, che si chiamava appunto Margarita.
C’è anche chi sostiene che a inventarlo sarebbe stata, nel 1948, tale Margarita Sames, facoltosa signora di Dallas che amava organizzare feste nella sua sfarzosa casa di Acapulco: fra gli ospiti, Tommy Hilton, proprietario dell’omonima catena di hotel, che avrebbe apprezzato il cocktail al punto da volerlo inserire nel menù dei bar dei suoi alberghi.
Storia in realtà poco attendibile, visto che già tre anni prima il produttore di tequila Josè Cuervo promuoveva il Margarita con lo slogan “è più di un nome da ragazza!”.

La ballerina e il bartender

Più credibile è l’ipotesi che il cocktail sia stato creato nel 1938 da Carlos “Danny” Herrera, bartender del ristorante Rancho La Gloria, tra Tijuana e Rosarito, per Ziegfeld Marjorie King, ex ballerina allergica a svariati liquori e distillati, ma non al tequila: si racconta che lei lo apprezzò moltissimo, così che il barman si convinse a includere nella drink list del locale il nuovo cocktail, che battezzò Margarita.

Visto che abbiamo citato Josè Cuervo, vale la pena citare un’altra leggenda secondo la quale negli anni ’30 la Young’s Market Company, all’epoca distributore negli Stati Uniti di questo noto marchio di tequila, avrebbe chiesto a Johnnie Durlesser, capo barman del Tail O’ The Cock di Los Angeles, di realizzare un drink che promuovesse il “suo” prodotto. Una volta messa a punto la ricetta, Durlesser avrebbe quindi deciso di dare al cocktail il nome della moglie.

Comunque sia andata, dopo la fine del Proibizionismo il Margarita conquistò un grande successo negli Stati Uniti, da cui si diffuse poi in tutto il mondo. Nel 1986 fu inserito nella lista dei cocktail mondiali dell’IBA fra i Contemporary Classics, fra il 2004 e il 2020 anche nelle (oggi meno apprezzate) varianti alla frutta.

Il Tommy’s Margarita

Il più popolare twist del Margarita, al punto da meritare dal 2011 un posto nella codifica ufficiale IBA (categoria New Era Drinks), è il  Tommy’s Margarita, creato alla fine degli anni ‘80 dal barman Julio Bermejo al Tommy’s Restaurant di San Francisco, aperto nel 1965 dai genitori Tommy ed Elmy Bermejo, immigrati messicani dello Yucatan. Proprio grazie alla passione di Julio, il locale è diventato un riferimento per gli appassionati di tequila negli Stati Uniti: si dice che in bottigliera siano presenti oltre 300 referenze diverse, il più vasto assortimento al di fuori del Messico.

Fra i suoi vari esperimenti sulla ricetta classica, il giovane Bermejo ebbe l’idea di sostituire il triple sec con lo sciroppo di agave, così da enfatizzare le note aromatiche del tequila. Tanto che lo stesso Julio – che oggi è ambasciatore ufficiale nel mondo di questo distillato – definisce con ironia il suo Tommy’s Margarita un “cocktail 200% agave”…

Il Grand Margarita

Conosciuto in passato anche come Cadillac Margarita, si distingue dall’originale per l’utilizzo di ingredienti pregiati: tequila in versione reposado (invecchiata fra due mesi e un anno) e Grand Marnier in luogo del triple sec. Alcuni sostengono che questa variante sarebbe stata creata nei primi anni ‘80 al Cadillac Bar di Nuevo Laredo in Messico o nell’omonimo locale di Manhattan, ma nessuna di queste teorie è sostenuta da prove certe.

Più verosimilmente il Grand Margarita è nato negli Usa all’interno della famosa catena di ristoranti messicani El Torito, in particolare nel locale di Woodland Hills in California, come versione “di lusso” del drink più richiesto dai clienti: alcune fonti riferiscono che, nel 1984, nelle varie sedi del gruppo vennero serviti complessivamente ben 7 milioni di Margarita! Riscoperto negli ultimi anni, il Grand Margarita è stato inserito nell’ultima edizione della codifica IBA, nel 2024, anch’esso nella categoria New Era Drinks.

La ricetta IBA del Margarita

Tecnica: Shake and Strain

Bicchiere: coppetta a cocktail o coppa Asti (si consiglia di evitare la coppa sombrero, oggi decisamente fuori moda)

Ingredienti:
50 ml tequila 100% agave
20 ml triple sec
15 ml succo fresco di lime
Crusta di sale su metà del bordo del bicchiere (in alternativa il sale può essere servito a parte)

La ricetta IBA del Tommy’s Margarita

Tecnica: Shake and Strain
Bicchiere: Old fashioned o Rock

Ingredienti:
60 ml tequila 100% agave
30 ml succo di lime
30 ml sciroppo di agave

Garnish: spicchio di lime

La ricetta IBA del Grand Margarita

Tecnica: Shake and Strain
Bicchiere: Old fashioned o Rock

Ingredienti:
45 ml tequila (reposado) 100% agave
30 ml Grand Marnier
15 ml succo di lime

Il Margarita al cinema e in musica

Il Margarita è stato “celebrato” da Elvis Presley nel film “L’idolo di Acapulco” del 1963 diretto da Richard Thorpe con la partecipazione di Ursula Andress. Poco significativa la trama, trattandosi di un film concepito più che altro per portare sul grande schermo “The Pelvis” e le sue canzoni, ma non si può non notare come, in alcune scene, il re del rock and roll sorseggi proprio il cocktail messicano.

In musica, il Margarita è stato protagonista di diverse citazioni, soprattutto in epoca recente. Fra le più note menzioniamo “30°C”, successo dell’estate 2024 della rapper italiana Anna, che in un passaggio del testo recita: “Ha in mano un Margarita e si gode la vita”. Qualche mese prima, in occasione del National Spicy Margarita Day, il 26 gennaio, le superstar internazionali Jason Derulo e Michael Bublé avevano lanciato “Spicy Margarita”, basato su un campionamento del celeberrimo “Sway” di Dean Martin del 1954, a sua volta adattamento in inglese di “Quien será” del messicano Pablo Beltran Ruiz.

Tornando in Italia, nell’estate 2019 il Margarita ha dato il titolo a un brano di Elodie, cantato in coppia con il rapper milanese Marracash (allora suo fidanzato). Il testo racconta la classica fine di un flirt estivo al termine delle vacanze: “Con quell’aria delicata, con un fiore tra le dita, bevi un altro Margarita, poi mi dici che è finita”.

Photo Credits: Nicole Cavazzuti

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