Mentre penalizza le vendite di alcolici stranieri negli Stati Uniti attraverso i dazi, Trump ne approfitta per far tornare sul mercato (puntando sui sostenitori MAGA) la sua vodka che aveva chiuso i battenti 14 anni fa. La risposta dell’industria degli alcolici alle posizioni radicali dell’OMS: il consumo di alcol non è sempre dannoso per la salute, talvolta può essere benefico. Il miglior distillato a livello globale è un whisky giapponese dal prezzo di mille euro a bottiglia, ma ottiene riconoscimenti anche un whisky prodotto in Italia. Questa è la raccolta delle notizie provenienti dai media internazionali sul settore di drink e distillati.
Trump, astemio dichiarato, fa tornare la sua vodka
Sfruttando i dazi che frenano le importazioni negli Stati Uniti, incluse quelle di bevande alcoliche, Donald Trump si appresta a riportare sul mercato la Trump Vodka, stavolta rigorosamente “made in America”. Secondo quanto riportato da The Spirits Business, Eric Trump, secondo figlio del presidente statunitense, ha pubblicato su Instagram un’immagine del prodotto accompagnata dalla scritta “coming soon”.
Non si tratta di un lancio ex novo: la (dispendiosa) Trump Vodka venne presentata con grande clamore nel 2005 con tanto di etichetta rivestita in foglia d’oro e, stando alle dichiarazioni dello stesso The Donald, avrebbe dovuto battere le vendite di altri brand super premium come Grey Goose. Le aspettative furono deluse e nel 2011 la produzione si interruppe a causa del mancato conseguimento degli obiettivi prefissati. D’altronde va considerato che Donald Trump, notoriamente astemio (il fratello maggiore Fred Jr. morì a 42 anni per un infarto causato dall’abuso di alcol), non si era impegnato particolarmente nel promuovere la sua vodka. Adesso però intende evidentemente fare affidamento sui fedeli seguaci del movimento MAGA per far ripartire il business: anche per questa ragione la nuova Trump Vodka, diversamente da quella di vent’anni fa, non verrà realizzata in Olanda, ma sarà distillata e imbottigliata negli Usa, come si legge su Facebook. E poco importa se si tratta del tipico distillato della tradizione russa…
Contro il Proibizionismo dell’OMS
Dai produttori di birra del Belgio ai fabbricanti di tequila messicani, fino a colossi come Heineken, l’industria mondiale degli alcolici ha portato avanti questa estate una campagna di lobbying per mitigare le misure di controllo suggerite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) all’interno del nuovo regolamento sanitario delle Nazioni Unite. La versione iniziale prevedeva impegni per incrementare le imposte sull’alcol e ridurne la disponibilità, ma a settembre il tutto è stato ridimensionato in un moderato suggerimento ai governi affinché “considerino” tali misure “sulla base della situazione nazionale”.
Come emerge da un approfondimento pubblicato da The Drinks Business, l’industria di settore evidenzia come gli aumenti fiscali sugli alcolici, raccomandati dall’OMS, non rappresentino la soluzione per contrastare l’alcolismo, come dimostrerebbero le misure fiscali sperimentate nel Regno Unito: in Scozia, dove è stato introdotto un prezzo unitario minimo per gli alcolici, il consumo generale è calato del 3% circa, ma non altrettanto fra i bevitori problematici, a volte a costo di mettere a rischio le finanze personali. E contro l’estremismo dell’OMS si distingue la campagna lanciata dalla dottoressa argentina Laura Catena, fisica e viticoltrice, per difendere il consumo moderato di vino, sostenendo che può offrire benefici per la salute, quando questa include anche il benessere mentale e psicologico. Tra queste narrazioni contrastanti, i governi devono trovare l’equilibrio nelle politiche sull’alcol.
Il whisky giapponese Yamazaki è il distillato migliore al mondo
Il whisky giapponese Yamazaki 18 – commercializzato a prezzi che variano fra i 700 e i 1.000 euro a bottiglia – ottiene il titolo di distillato migliore al mondo, conquistando il riconoscimento Supreme Champion nella 30ma edizione dell’International Spirits Challenge, una delle più prestigiose competizioni nel mondo della spirits industry. Il brand di whisky del gruppo Suntory, sottolinea Drinks International, conquista il massimo premio nella competizione per il terzo anno consecutivo, dopo avere portato al successo i “fratelli maggiori” (per maturazione) Yamazaki 25 nel 2023 e Yamazaki 21 nel 2024.
Anche quest’anno i giudici della rassegna londinese, la cui cerimonia di premiazione si è tenuta a Londra il 25 settembre, al termine di una serie di degustazioni alla cieca hanno assegnato diversi trofei di categoria tra whisky, brandy, armagnac e cognac, liquori di agave, vodka, rum, gin, baijiu, shochu, acquavite, liquori e bevande premiscelate. Tra i “tasting awards”, premiati anche i whisky Segretario di Stato e Conclave dell’italiana Poli, rispettivamente con un bronzo e un argento.
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