Il Paradise non ha mai raggiunto la fama di un Negroni o di un Martini, eppure la sua storia affonda le radici negli anni Venti del Novecento e la sua presenza nella lista IBA risale alle primissime edizioni. Si tratta di un cocktail elegante e versatile, perfetto in ogni momento della giornata, che combina gin, apricot brandy e succo d’arancia in un equilibrio delicato dove spiccano le note di albicocca e agrumi. Oggi, grazie anche a un’icona del rap mondiale, questo classico sta vivendo una seconda giovinezza.
Le origini tra Londra e New York
Chi abbia inventato il Paradise resta un mistero. La prima versione scritta che assomiglia a quella attuale compare nel 1922 all’interno di “Cocktails. How to mix them”, il celebre manuale di Robert Vermiere, dove gin, apricot brandy e succo d’arancia vengono dosati in quantità identiche. Ma l’abbinamento tra gin e liquore all’albicocca era già consolidato alla fine dell’Ottocento, nei primi esperimenti della mixology moderna. Una testimonianza di questa versione più antica, senza l’arancia, si trova nel 1913 nel ricettario “Straub’s manual of mixed drinks” firmato da Jacques Straub.
Otto anni dopo, nel 1930, il leggendario Harry Craddock pubblica “The Savoy cocktail book” e propone una sua variante: aumenta il gin al doppio rispetto agli altri ingredienti e aggiunge qualche goccia di limone. Da quel momento il Paradise entra stabilmente nei manuali di tutto il mondo, anche se non raggiunge mai la popolarità di altri drink dell’epoca. In Italia, negli anni Sessanta, alcuni ricettari lo chiamano addirittura Paradiso, mantenendo però la ricetta ufficiale dell’IBA.
Snoop Dogg e il ritorno sulla scena
Per decenni il Paradise è rimasto nell’ombra, considerato superato da molti professionisti del bar. Ma nel 2018 è tornato al centro dell’attenzione grazie a un evento spettacolare: Snoop Dogg, Warren G e lo chef Michael Voltaggio hanno preparato il “gin and juice” più grande al mondo, un Paradise di 500 litri (180 bottiglie di gin, 154 di apricot brandy e 144 litri di spremuta d’arancia) per celebrare i 25 anni dell’hit che lo ha reso famoso.
Non è finita: nel 2024 lo stesso Snoop Dogg, affiancato dal produttore Dr Dre, ha lanciato una gamma di cocktail ready-to-drink in lattina chiamati Gin and Juice, con diverse varianti tra cui quella all’albicocca, un chiaro omaggio al Paradise.
Perché si chiama Paradise
Nessuno sa con certezza da dove arrivi il nome. L’ipotesi più accreditata è che voglia richiamare l’armonia del drink: la dolcezza dell’albicocca, la freschezza dell’arancia e il carattere delle botaniche del gin creano un insieme piacevole e bilanciato. Chi lo beve lo descrive spesso come un cocktail da condivisione, ideale per momenti rilassati.
La ricetta ufficiale IBA
Il Paradise fa parte della lista IBA fin dalla sua prima pubblicazione, confermato in tutte le successive revisioni. Oggi è catalogato nella categoria Unforgettables.
Tecnica: Shake and Strain
Bicchiere: coppetta a cocktail
Ingredienti:
- 30 ml gin
- 20 ml apricot brandy
- 15 ml succo d’arancia fresco
Le versioni alternative
La struttura semplice del Paradise ha favorito diverse reinterpretazioni. Nel 1924, a Cuba, León Pujol e Oscar Muñiz pubblicano il “Manual de cantineros” con una versione che sostituisce l’arancia con il succo d’ananas, anticipando di fatto l’estetica Tiki.
L’influenza caraibica si ritrova anche in alcuni ricettari degli anni Trenta, dove compaiono formule con rum Bacardi e apricot brandy. Un cocktail molto simile, considerato da alcuni un antenato del Paradise, è l’Houla Houla Cocktail (o Hula Hula, o Hoola Hoola), presente sia nel libro di Vermiere che in quello di Craddock: la ricetta prevede un dash di curaçao, un terzo di succo d’arancia e due terzi di dry gin.
Dal cinema alla musica: il Paradise nella cultura pop
Il Paradise compare più volte in “Amanti senza domani”, film del 1932 diretto da Tay Garnett e vincitore dell’Oscar per il miglior soggetto. I protagonisti William Powell e Kay Francis lo sorseggiano fin dalla prima scena, ambientata in un bar di Hong Kong (erano gli anni del Proibizionismo negli Stati Uniti).
Nella sequenza, il bartender sembra seguire la ricetta di Harry Craddock con la spruzzata di limone, anche se usa la tecnica Build e aggiunge un’oliva come guarnizione. Evidentemente una scelta artistica del regista.
Decenni dopo, nel 1993, il Paradise diventa protagonista (col nome “gin and juice”) dell’omonima hit contenuta in “Doggystyle”, album di debutto di Snoop Dogg. Il brano descrive atmosfere rilassate della West Coast e ha contribuito a rendere il gin and juice un’icona della cultura hip-hop.
Da allora, numerosi artisti mainstream come Shaggy, Katy Perry e Selena Gomez hanno citato il gin and juice nei loro brani, confermando il legame tra questo classico e la musica popolare.
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