Vent’anni di storia bastano per trasformare una ricetta in un’icona? Nel caso del Penicillin la risposta è sì. Questo drink affumicato e speziato è riuscito nell’impresa di sembrare un classico d’altri tempi, pur essendo nato all’inizio del nuovo millennio.
Il suo nome evoca la medicina, ma l’unica “cura” che offre è quella per la sete di un buon cocktail. Anche se miele e zenzero potrebbero giustificarne il consumo durante un raffreddore, meglio berlo in salute per apprezzarne davvero la complessità.
Le origini: New York, 2005
La paternità del Penicillin va a Sam Ross, bartender australiano sbarcato a New York nel 2004. La location della sua creazione è il leggendario Milk & Honey di Sasha Petraske, nel Lower East Side, tempio della mixology moderna in un’epoca in cui i cocktail bar stavano vivendo la loro rinascita.
Ross parte da un drink già presente nella carta del locale dal 2001: il Gold Rush, reinterpretazione del Whiskey Sour realizzata con bourbon, limone e sciroppo di miele. L’intuizione? Aggiungere zenzero allo sciroppo e coronare il tutto con un float di Peat Monster, blend di whisky scozzesi dalle Highland e da Islay caratterizzato da intense note affumicate.
Il risultato è un perfetto gioco di contrasti: dolce e acido, morbido e pungente, con quel finale torbato che firma inconfondibilmente il drink.
L’ascesa di un contemporaneo
Il Penicillin conquista rapidamente gli Stati Uniti, anche grazie alle consulenze di Ross per l’apertura di nuovi locali a Los Angeles nel 2007. Da lì, il viaggio verso lo status di classico internazionale è breve.
Sam Ross consolida la sua reputazione come uno dei mixologist più influenti della sua generazione, creando nel 2007 anche il Paper Plane, altro Contemporary Classic certificato IBA. Nel 2012 apre l’Attaboy, proprio negli spazi originali del Milk & Honey (Petraske nel frattempo si era trasferito in una sede più grande). Il locale occupa oggi la 72esima posizione nella World’s 50 Best Bars.
Perché Penicillin?
Il richiamo all’antibiotico scoperto dallo scozzese Alexander Fleming nasce dalla presenza di miele e zenzero, rimedi tradizionali contro i malanni stagionali. Ovviamente il cocktail non ha proprietà curative reali, ma se si sta bene, può rendere una serata decisamente più piacevole di quanto farebbe la penicillina vera.
La ricetta ufficiale IBA
Dal 2020 il Penicillin figura tra i cocktail riconosciuti dall’International Bartenders Association.
Metodo: Shake and Double Strain
Bicchiere: Old fashioned
Ingredienti:
- 60 ml blended scotch whisky
- 7,5 ml Lagavulin 16y
- 22,5 ml succo di limone fresco
- 22,5 ml sciroppo di miele
- 2-3 pezzetti di zenzero fresco
Guarnizione: zenzero candito
Esecuzione: pestare lo zenzero nello shaker, unire tutti gli ingredienti eccetto il Lagavulin, aggiungere ghiaccio e shakerare. Filtrare con doppio colino in un bicchiere colmo di ghiaccio, quindi versare delicatamente il Lagavulin in superficie.
Reinterpretazioni famose
Il successo ha generato diverse varianti. La più nota è il Penichillin, versione frozen ideata da Ross stesso nel 2017 per il Diamond Reef, cocktail bar tropicale aperto a Brooklyn con i soci dell’Attaboy (chiuso nel 2020). Stessa ricetta, ma frullata con ghiaccio invece che shakerrata.
Il Rouge Tomate Penicillin del Rouge Tomate di New York sostituisce lo scotch torbato con una spruzzata di mezcal, mentre il Penicillin Spritz propone una versione vagamente più leggera: 45 ml bourbon, 30 ml limone, 22,5 ml sciroppo di zenzero e 4 dash di Angostura.
Un fenomeno globale
Data la giovane età, il Penicillin non è ancora entrato nell’immaginario cinematografico o letterario come altri grandi classici della mixology. Tuttavia, il suo impatto sulla scena bartending mondiale è innegabile: attualmente occupa la 12esima posizione nella classifica annuale dei cocktail più ordinati nei migliori bar del pianeta, secondo la rilevazione di Drinks International. Un risultato che certifica il suo status di moderno classico della mixology internazionale.

Photo Credits: Nicole Cavazzuti
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