• 21/11/2024

Alla scoperta del Canchanchara: storia, curiosità, abbinamenti

 Alla scoperta del Canchanchara: storia, curiosità, abbinamenti

Se chiedete a un appassionato di rum di citarvi un cocktail di Cuba, probabilmente vi risponderà Mojito, Daiquiri o Cuba Libre. Difficilmente menzionerà il Canchanchara: eppure questo ottimo cocktail, fresco e strutturato, è uno dei più antichi rappresentanti della grande tradizione cubana in fatto di miscelazione, insieme con altri drink ormai dimenticati come il Saoco (rum e acqua di cocco), il Cuba Libre “prima maniera” (miele cotto e acqua, a volte aguardiente), il Drake (aguardiente, zucchero, limone e hierbabuena), il Champurrado (aguardiente, zucchero, chiodi di garofano e prugne secche) o l’Agualoja (acqua, zucchero o miele, cannella e altre spezie).

La storia

Come tutte le ricette della preistoria della mixology, anche quella del Canchanchara è nata a scopi curativi, in particolare per rinvigorire e proteggere dalle malattie (e dal freddo del mattino) i mambises, i soldati dell’esercito insurrezionale che combatteva la guerra d’indipendenza dell’isola contro gli spagnoli nel 1898. Anche se, originariamente, al posto del rum si usava il suo “antenato”, l’aguardiente, tradizionale liquore ottenuto dalla canna da zucchero.
Josè Alfonso Castro Gómez, nel suo libro “Cocteles cubanos” del 2014, riporta la ricetta originale del Canchanchara, leggermente diversa da quella che conosciamo oggi, con aguardiente e acqua calda in cui diluire miele o raspadura. Pare che la tradizione di questa bevanda si sia particolarmente radicata, all’epoca, nella città di Trinidad, nella parte centrale di Cuba. Proprio qui, nei primi anni ’80 del Novecento, all’interno di un edificio storico del 1736 il Museo di Architettura ha realizzato un locale chiamato proprio La Canchanchara, con lo scopo di preservare la memoria storica di questo drink ma anche del Guarapo (succo naturale di canna da zucchero) e del già citato Saoco, tutti serviti in tradizionali vasi di argilla.

Il nome

Non si sa con certezza quando e perché alla bevanda sia stato dato il nome di Canchanchara, parola che non appare nemmeno nel dizionario della Reale Accademia della Lingua Spagnola. È probabile che il riferimento sia alla raspadura, ingrediente della prima versione del cocktail, che in alcuni paesi sudamericani viene chiamata chancaca (anche se a Cuba è conosciuta per lo più come panela).

Il Canchanchara e la musica

Meno noto di altri cocktail cubani, il Canchanchara non vanta citazioni passate alla storia all’interno di film, canzoni o opere letterarie: nemmeno Ernest Hemingway, che a Cuba e ai suoi cocktail era molto legato, lo ha mai menzionato in un suo libro. Però, sempre nella città di Trinidad, si svolge ogni anno il Festival Canchanchara Tradición y Cultura, che ospita i più importanti protagonisti della musica e di altre espressioni artistiche di Cuba. L’edizione 2024 si terrà dal 13 al 15 dicembre prossimi.

La ricetta Iba

Nonostante la lunga storia di questo drink, l’International Bartenders Association ha incluso il Canchanchara nel suo ricettario ufficiale solo con la revisione del 2020, proprio sulla scia della riscoperta dei cocktail tradizionali dei diversi paesi del mondo.

Tecnica: Build
Bicchiere: Tumbler basso o “vaso” in terracotta
Ingredienti:
60 ml rum
15 ml succo fresco di lime
15 ml miele
50 ml acqua
Garnish: fettina di lime
Preparazione: mescolare il miele con l’acqua e il succo di lime, quindi versare nel fondo del bicchiere; aggiungere ghiaccio tritato e rum. Dopo un’energica mescolata con lo stirrer, dal basso verso l’alto, riempire il bicchiere con ghiaccio tritato e servire.

Canchanchara e food pairing

Il sapore robusto e agrumato del Canchanchara si può abbinare a una varietà di piatti. Come una ceviche di pesce, la cui freschezza ben si sposa con l’acidità del drink. Ma anche un pollo alla griglia con salsa di agrumi, le cui note rispecchiano gli ingredienti del cocktail. Bene anche le costine di maiale caramellate, il cui gusto dolce e saporito si associa a quello del rum e del miele.
Andando su ricette più “gourmet”, perché non affiancarlo a dei tostones fritti, serviti con una salsa cremosa di avocado, così da creare un ottimo contrasto di texture e sapori? Oppure con un’insalata di arance e finocchio?

Photo Credit: @questoeilmassimo

Testo a cura di Nicole Cavazzuti e Stefano Fossati

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Nicole Cavazzuti

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