Alla scoperta del Ve.N.To tra storia, curiosità, abbinamenti

 Alla scoperta del Ve.N.To tra storia, curiosità, abbinamenti

Il Ve.N.To è l’unico drink a base grappa all’interno della lista ufficiale dell’Iba (International Bartenders Association). E lo conoscono ancora in pochi.

La storia

Papà e anno di nascita del Ve.N.To sono noti: è nato nel 2019 per mano di Samuele Ambrosi, co-fondatore del Cloakroom Cocktail Lab di Treviso, sulla base di una ricetta dell’amico e collega Leonardo Veronesi, titolare del RivaBar di Riva del Garda (TN). Obiettivo: dimostrare la versatilità della grappa, spirito tipico della tradizione italiana poco usato nei drink, in miscelazione. Si tratta di un distillato che un tempo, era considerato “povero”, senza troppe pretese, realizzato utilizzando le vinacce risultanti dalla produzione del vino. Le cose sono cambiate a partire dai primi anni ’70, quando la friulana Nonino avviò la produzione di grappa monovitigno, dal gusto più morbido e piacevole: da allora, la qualità della grappa italiana si è elevata notevolmente (ve ne avevamo parlato in questa intervista a Elvio Bonollo).
Di qui, l’idea di Ambrosi e Veronesi di proporre un cocktail moderno e di respiro internazionale, in grado di far comprendere in tutto il mondo le potenzialità del distillato italiano. Il risultato è un drink piacevole, equilibrato, dalle note fresche e floreali in grado di valorizzare il mondo di sapori che caratterizza la grappa.

I precedenti

Sebbene il Ve.N.To sia il primo cocktail con la grappa a entrare nella lista Iba, in passato vi sono stati comunque diversi tentativi di utilizzare il distillato di vinacce in miscelazione. Al di là delle aggiunte di ingredienti per rendere la grappa più “bevibile” quando non era raffinata come oggi, la stessa Iba ricorda ad esempio il Rasentin, un “ammazzacaffè” diffuso nelle osterie venete, ottenuto versando grappa sugli avanzi di caffè e zucchero nella tazzina. Ma non solo: un tempo era diffusa pure la Grappa al Salto, con succo di limone e seltz o soda, da bere rapidamente mentre è ancora effervescente. I futuristi, poi, non potevano non promuovere il distillato italiano nelle loro polibibite (parola coniata per dare una tradizione italiana all’inglese cocktail), come nel Diavolo in Tonaca Nera, creazione del poeta e pittore Fillia. Molti anni dopo anche il famosissimo chef Luigi Veronelli, grande appassionato di grappa, realizzò un drink chiamato Nonino Cocktail, di cui pubblicò la ricetta nel suo libro “I cocktails” del 1983.

Il nome

Proprio nell’intento di richiamare la tradizione italiana della grappa, il nome di questo cocktail è un acronimo che fa riferimento, sia pure sulla base di una “libera interpretazione”, alle tre regioni del nord-est Italia maggiormente legate alla storia di questo distillato: Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia. Fermo restando che oggi la grappa è prodotta in tutte le regioni del nostro Paese. D’altra parte, ovunque vi sia del vino – quindi in tutta Italia – vi sono vinacce da distillare…

La ricetta ufficiale Iba

L’International Bartenders Association ha inserito la ricetta del Ve.N.To nella sesta edizione della sua codifica, pubblicata nel 2020, l’anno successivo alla creazione del cocktail. I vertici dell’associazione condivisero infatti l’obiettivo di diffondere la popolarità della grappa a livello internazionale, grazie all’ottimo biglietto da visita rappresentato da questo drink.
Tecnica: Shake
Bicchiere: Tumbler basso
Ingredienti:
45 ml grappa bianca
22,5 ml succo di limone fresco
15 ml mix di miele miscelato con camomilla
15 ml cordiale di camomilla
10 ml albume d’uovo (facoltativo)

Le varianti

Nell’ultima edizione del suo ricettario ufficiale, la stessa Iba suggerisce alcune possibilità per personalizzare la ricetta del Ve.N.To. A partire, ovviamente, da quella di giocare sulle varie tipologie di grappa o sui monovitigni. Ma si può anche aggiungere un top up di sidro o di uno spumante dolce aromatico, o ancora aggiungere del verjus oppure del Torchiato di Fregona. Un’altra idea che citiamo è quella di aromatizzare l’acqua di allungo per preparare l’honey mix oppure di realizzare un grape syrup.

Ve.N.To e food pairing

Le note del Ve.N.To possono essere accostate a piatti come il pesce affumicato, dal salmone alla trota, che può creare un contrasto interessante con le note agrumate e floreali del cocktail. Anche l’abbinamento con formaggi freschi, come la ricotta o il caprino, può bilanciare la dolcezza del cocktail e aggiungere una piacevole cremosità. Antipasti di mare quali ostriche, gamberi o carpacci di pesce bianco possono invece esaltare la freschezza del drink, che peraltro si armonizza anche con dessert a base di agrumi, come una torta al limone o una panna cotta alla camomilla. Senza dimenticare la frutta fresca: uva bianca, mele verdi o pere possono essere servite come accompagnamento leggero e rinfrescante.


Testo a cura di Nicole Cavazzuti e Stefano Fossati
Photo Credit: Nicole Cavazzuti

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Nicole Cavazzuti

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