La drink list diventa una Treccani della mixology al Bob Milano
Il BoB di via Borsieri a Milano, vale a dire Bourbon and Original Bao, è nato con la mission di abbinare la cultura americana della mixology con quella cinese del cibo. Un obiettivo mai abbandonato, anzi: con gli anni, la formula si è evoluta dando sempre più spazio a ingredienti asiatici anche nella miscelazione.
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LA SFIDA DI BOB: CREARE UN’ENCICLOPEDIA DELLA MIXOLOGY
Il bar manager Cesar Araujo si è spinto oltre, con un progetto innovativo che prevede un viaggio nella storia dei cocktail con un menù strutturato in quattro volumi, ognuno dedicato a un periodo cruciale della storia della mixology. “Cambiamo la drink list ogni sei mesi, due volte all’anno. Questo progetto, quindi, proseguirà per due anni”, spiega lo stesso Cesar Araujo.
LA CARTA COCKTAIL
La carta cocktail ha un design elegante e raffinato. Quanto ai contenuti, il volume 1 si apre con una pagina dedicata al menù digitale con NFC. Poi, si prosegue con il primo racconto firmato dal bartender Diego Ferrari, Maestro di Cesar ai tempi in cui entrambi lavoravano alla Rotonda Bistro di Milano (bar all’interno della monumentale Rotonda della Besana specializzato in drink dalla gradazione alcolica rigorosamente bassa o assente).
In tutto i signature sono otto, divisi in quattro categorie, ognuna delle quali accompagnata da un racconto di Diego Ferrari. Ecco quindi le sezioni Aperitivo, Sour, After Dinner e Bitter.
Quasi tutti sodati, come il Siren of the summer, un twist sul Floradora con GinArte, tintura di zenzero, cordiale ai lamponi e tè Lapsang; ma con delle eccezioni. È il caso del superbo Gold Roger, interessantissima reinterpretazione del Manhattan con Wild Turkey 101, vermouth del Professore, fave di cacao e cardamomo. Ma non è tutto: in carta ci sono due pagine dedicate rispettivamente a Old Fashioned e Whisky Sour in versione classica e rivisitata (da 10 a 15 euro) e altri 4 drink riuniti sotto il titolo Whiskey Experience. Sezioni quanto mai coerenti con l’identità di BoB, che nasce come whisky bar e vanta oltre 150 etichette. A completare il menù 4 drink low alcol, 4 cocktail free alcol e una selezione di 10 classici, dal popolare Paloma al meno noto Horse’s Neck (una miscela sodata con cognac, ginger ale, cordiale home made e Angostura Bitters). Non mancano birre e vini.
IL FOOD
Tra bar e cucina c’è da sempre un dialogo serrato al BoB nel nome della sostenibilità.
La collaborazione tra chef e bartender è finalizzata, infatti, alla creazione di food e drink list con ingredienti in comune, così da ridurre il più possibile gli sprechi. “Il nostro impegno nel segno del green va oltre a questo”, specifica Cesar Araujo. “Da Percento Lab, il laboratorio del gruppo Chinese Box, siamo sempre alla ricerca di nuovi modi per utilizzare gli scarti. Così, ad esempio, i lime spremuti li portiamo in laboratorio dove li essicchiamo, per poi impiegarli nella preparazione del cordiale”. Tra i piatti proposti, ottimo il carpaccio di tonno rosso con salsa al wasabi, shiso e una spolverata di parmigiano che viene suggerito con il drink Siren of the summer.
PER CONCLUDERE
L’idea ci piace, molto. Il menù, in formato libro con copertina rigida rossa offre infatti ai clienti anche un’esperienza culturale e storica unica.
Fonte: Horecanews.it