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Spiriti Divini, l’amore per la Puglia in ogni goccia: intervista a Paolo Albanese

Tra le nuove eccellenze che hanno acceso i riflettori all’ultima edizione di Splash, Spiriti Divini ha portato in scena un racconto autentico, intrecciando gusto e artigianalità pugliese.
Fondata nel 2018 da Paolo Albanese e dalla sorella, l’azienda è un laboratorio del sapore dove rosoli, liquori e vini aromatizzati nascono seguendo un approccio rigorosamente artigianale.

Una realtà che, in un’Italia dove oltre 228.000 imprese artigiane sono scomparse negli ultimi quindici anni (fonte: CGIA), sceglie di andare controcorrente.
Fare liquori, per Spiriti Divini, significa impegno, valorizzazione del territorio e attenzione alla qualità.

L’INTERVISTA

Partiamo dall’inizio…
Spiriti Divini nasce nel 2018 in Puglia come liquorificio artigianale a conduzione familiare. Abbiamo iniziato con otto referenze, poi cresciute fino a dodici. L’idea era – ed è ancora oggi – raccontare il nostro territorio attraverso il gusto.

Quali sono stati i primi prodotti?
Abbiamo lanciato una linea di liquori e rosoli: mandarino, limone, finocchietto, alloro, zenzero, liquirizia e un amaro realizzato con 13 botaniche. Poi sono arrivati il nocino, la nespola, la mandorla e il caffè.

Come si consumano i vostri liquori?
Principalmente lisci, come dopopasto. Tuttavia, oggi notiamo che molti bartender li impiegano nella miscelazione, aprendo nuove possibilità.

C’è differenza tra rosolio e liquore?
Sostanzialmente no. Il rosolio è un termine storico: un tempo indicava preparazioni profumate e zuccherate. Oggi lo si usa più per motivi culturali o di marketing, ma è a tutti gli effetti un liquore.
La differenza sta nella struttura: ad esempio, il liquore al caffè è più alcolico e deciso; il rosolio alla liquirizia è più morbido e vellutato.

Poi è arrivato anche un vino aromatizzato…
Esatto. È un Primitivo di Manduria aromatizzato alle amarene: dolce, strutturato, con 20 gradi alcolici.

L’ultima novità è un gin…
Si chiama GinUx. È un distillato di ginepro ed erbe spontanee locali, appena lanciato e non ancora disponibile sull’e-commerce.

Non temete che il mercato del gin sia saturo?
È vero che il mercato del gin ha vissuto un boom straordinario negli ultimi anni: in Italia si contano oltre 900 etichette di gin artigianale, e secondo un rapporto di IWSR Drinks Market Analysis il consumo è cresciuto del +22% tra 2020 e 2023. Tuttavia, confidiamo che a livello regionale ci sia ancora spazio per un prodotto autenticamente pugliese, capace di raccontare il territorio.

Come definiresti oggi Spiriti Divini?
Siamo un piccolo laboratorio che produce circa 10.000 bottiglie l’anno. Questo ci consente di curare ogni dettaglio e mantenere standard qualitativi elevati.

A chi vi rivolgete principalmente?
Principalmente al mercato Horeca: enoteche, bar, ristoranti. Siamo radicati su Bari e provincia tramite un’agenzia di rappresentanza. Crescere sì, ma senza perdere il controllo sulla qualità.

Come vi muovete sul fronte comunicazione?
Oltre alla partecipazione alla fiera Splash 7, puntiamo molto su Instagram e Facebook, supportati da un’agenzia specializzata che ci affianca nella gestione creativa e dell’e-commerce.

Collaborate anche con il mondo della mixology?
Assolutamente sì! Abbiamo rapporti con bartender di Noci, Monopoli, Putignano e Alberobello. Stiamo sviluppando nuove ricette, alcune già disponibili sul nostro sito.

IN ULTIMA ANALISI

Spiriti Divini è un piccolo laboratorio che guarda al futuro senza dimenticare le radici.
Con una rete vendita competente e una forte attenzione al prodotto, potrebbe consolidare la propria presenza, anche in un mercato competitivo come quello degli spirits.
Intanto, espande poco a poco la gamma, senza mettere in discussione lo spirito artigianale che la contraddistingue.

Leggi l’articolo anche su Horecanews.it e FoodyBev.com

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