Alla scoperta del Mojito: storia, curiosità, abbinamenti
Il Mojito, uno dei simboli della miscelazione cubana insieme con Daiquiri e Cuba Libre, è tra i cocktail più famosi al mondo, è un all day dalla gradazione alcolica contenuta, particolarmente apprezzato in estate per la sua freschezza dissetante
LA STORIA
Il Mojito come lo conosciamo noi oggi è nato nella seconda metà dell’Ottocento e deriverebbe da un drink chiamato Draque, molto popolare nel 19mo secolo e la cui paternità viene attribuita nientemeno che dal corsaro inglese Sir Francis Drake, divenuto famoso dopo il 1577 per le sue imprese contro gli spagnoli nel Mar dei Caraibi, su incarico della regina Elisabetta, che gli valsero proprio il soprannome “El Draque”.
Ebbene, sulle navi di Drake, come in generale su tutte le navi inglesi dell’epoca, era diffusa la preparazione di una bevanda medicinale, il Julepum Stomachium, a base di hierbabuena (menta), aguardiente (distillato da succo o melassa di canna da zucchero, antesignano del rum) e zucchero. A questi ingredienti si aggiunse poi il succo di lime o di limone, considerato nei secoli scorsi uno dei migliori rimedi contro lo scorbuto e in seguito, come riportano alcuni storici, l’aguardiente fu sostituito da rum cubano o gin olandese.
Un ruolo importante lo avrebbe avuto Facundo Bacardi Massò che, con l’aiuto del franco-cubano José Leòn Boutellier, nel 1855 introdusse un nuovo sistema per produrre rum dal succo di canna da zucchero. Molto più raffinato, morbido e aromatico dell’aguardiente, questo primo rum bianco venne chiamato Bacardi in omaggio al suo inventore.
E sarebbe stato proprio nel passaggio all’aguardiente al rum (o al gin) che il Draque avrebbe assunto il nome di Mojito. Negli anni, poi, la versione col rum avrebbe preso il sopravvento, anche se la ricetta con il gin era ancora presente nel libro “Bar La Florida. Cocktails” del 1935, ed è oggi proposta da diversi locali come twist.
IL NOME
Le origini del nome Mojito non sono certe e, come sempre in questi casi, vengono tramandate attraverso varie leggende. Almeno due, in questo caso. Per alcuni potrebbe rappresentare il diminutivo della parola mojo, nome di una salsa tipica della cucina caraibica (diffusa anche alle Isole Canarie) a base di aglio, cumino, coriandolo, chili, avocado e succo di limone o di arancia amara. Altri sostengono invece che il termine Mojo, da cui deriva il nome del cocktail, sia riferito a un amuleto tipico nei rituali della Santeria e del Hoodoo: l’incantesimo Mojo viene realizzato per invocare fortuna, amore e protezione da demoni e nemici usando un sacchetto pieno di erbe, spezie, minerali, formule magiche e altri oggetti.
LA RICETTA IBA
Sulla scia del grande successo mondiale ottenuto dal Mojito a partire dagli anni 90, il Mojito è entrato a far parte della lista ufficiale dell’International Bartenders Association (Iba) in occasione della quarta edizione del 2004. Questa la ricetta codificata.
Tecnica: Build
Ingredienti:
45 ml rum cubano bianco
20 ml succo di lime fresco
6 foglie menta
2 cucchiaini da tè zucchero di canna bianco
Soda
Garnish:
Germoglio di menta
Fettina di lime
Preparazione: versare il succo di lime fresco nel bicchiere e aggiungere i due cucchiaini di zucchero; mescolare, quindi schiaffeggiare le foglie di menta per risvegliarne i profumi prima di depositarle nel bicchiere. Dare un’ulteriore mescolata, senza pestare, e aggiungere il rum bianco e il ghiaccio a cubi nel bicchiere. Mescolare ancora e completare con un top di soda.
LE VARIANTI
Nei “tips” pubblicati all’interno del libro ufficiale della listabia si suggerisce di provare a variare la ricetta utilizzando diversi tipi di soda, variamente aromatizzati, oppure di utilizzare un rum arrangè al posto di quello cubano “classico”.
Si può anche provare ad aggiungere estratto fresco di mela Granny Smith o foglie di lemon verbena, o ancora uno sciroppo di cetriolo fermentato, oppure alla liquirizia o alla menta.
IL MOJITO NELLA CULTURA
Quando si dice Mojito non si può non pensare al grande scrittore Ernest Hemingway, che nei primi anni ’50 soggiornò all’Avana dove scrisse il capolavoro “Il vecchio e il mare”. Celebre è la sua frase “My mojito in La Bodeguita. My daiquiri in El Floridita”, scritta in una lettera autografa ancora oggi esposta all’interno de La Bodeguita del Medio, storico locale in cui amava bere questo cocktail (così come il Floridita, dove per l’appunto si dedicava all’altro suo drink cubano preferito).
Al cinema, il Mojito fece una fugace apparizione nel film della saga di 007 “La morte può attendere” del 2002, con Pierce Brosnan nei panni di James Bond affiancato da una splendida Halle Berry e da una Madonna all’apice della popolarità. A dire il vero, il cocktail in questione non è citato nel romanzo originale di Ian Fleming, ma gli sceneggiatori dell’adattamento cinematografico lo scelsero, probabilmente, in scia alla grande popolarità conquista dal drink, oltre che per l’ambientazione della scena a Cuba.
MOJITO E FOOD PAIRING
La freschezza, la dolcezza e la moderata gradazione alcolica del Mojito lo rendono un drink estremamente versatile quando si tratta di abbinarlo al cibo. Possiamo spingerci a dire che, in fondo, va bene un po’ con tutto, dolce o salato che sia, da una leggera insalata a una corposa grigliata di carne o pesce, da un antipasto di frutti di mare a un dessert…
In particolare, gli esperti suggeriscono di provare ad accostarlo ai tacos, non foss’altro per la comune origine latinoamericana. Ma – aggiungono – il Mojito è ottimo anche con un arrosto di maiale o di manzo, ammorbidito da condimenti o salse speziate, in quanto il drink aiuta a pulire la bocca tra un boccone e l’altro.
Testo a cura di Nicole Cavazzuti e Stefano Fossati
Foto: Nicole Cavazzuti