Il Negroni continua a rappresentare il simbolo indiscusso della mixology italiana e, ancora una volta, conquista il primo posto tra i drink più venduti nei migliori bar del pianeta. È quanto emerge dal Cocktail Report 2025 di Drinks International, che fotografa le tendenze globali nei locali premiati e più influenti del settore.
L’iconico mix di gin, vermouth rosso e bitter mantiene così la leadership per il secondo anno consecutivo, davanti ai due intramontabili Old Fashioned e Margarita. Nelle posizioni successive si confermano grandi classici come Espresso Martini, Daiquiri, Whiskey Sour, Dry Martini, Aperol Spritz e Paloma.
La top ten si chiude con un ritorno d’eleganza: il Manhattan, che risale fino al decimo posto. Tra i movimenti più sorprendenti figura invece il Pornstar Martini, protagonista di un balzo di 20 posizioni che lo porta fino all’undicesimo posto (il Vodka Martini migliora addirittura di 21 posizioni, raggiungendo la 21ª).
Il Penicillin arretra leggermente, mentre il Boulevardier guadagna nove posizioni rispetto all’anno precedente. Tra le note meno positive spiccano il Moscow Mule, che scivola dal decimo al quattordicesimo posto, e il Bloody Mary, in calo dal 14° al 19°. Peggio ancora il Last Word, crollato fino alla 39ª posizione, complice – secondo Drinks International – la scarsa reperibilità della Chartreuse verde, ingrediente chiave della ricetta.
Tra le new entry figurano l’Oaxaca Old Fashioned (34°) e il Fitzgerald (44°), mentre fanno ritorno nella lista dei 50 best seller cocktail come Old Cuban, Painkiller, Ramos Gin Fizz, Southside, Long Island Iced Tea e Hanky Panky.
Photo Credits: Nicole Cavazzuti
Europa: si torna a uscire durante la settimana. I dati del “Quarter Three 2025 Report”
Dopo anni in cui l’uscita serale era concentrata soprattutto nel weekend, gli europei riscoprono la voglia di socializzare anche nei giorni feriali. Secondo il “Quarter Three 2025 European Capital Cities Hospitality Report” citato da The Drinks Business, tra giugno e settembre si è registrata una crescita delle visite ai locali dal lunedì al giovedì in 17 capitali europee, su un campione di oltre 95.000 esercizi.
Le città più dinamiche? Varsavia, Copenaghen e Amsterdam, dove il traffico del lunedì e martedì è salito fino al 5%. Anche il giovedì si conferma serata forte, con incrementi superiori al 3% in metropoli come Londra, Roma e Stoccolma.
Il fine settimana rimane naturalmente il momento di punta, ma senza variazioni significative nei volumi complessivi. Il sabato, soprattutto tra le 18 e le 21, resta la fascia più frequentata. Interessante il ritorno della notte fonda a Madrid e Stoccolma, dove cresce il pubblico della seconda serata.
La spesa media per cliente è aumentata del 7,5%, attestandosi intorno ai 21,69 euro, nonostante una permanenza leggermente più breve. Gli incrementi più rilevanti si registrano a Dublino (+21,3%), Copenaghen (+10,5%), Oslo (+9,5%) e Londra (+7,9%). Le città con la spesa più elevata restano Berna, Copenaghen e Londra, segno di un posizionamento premium e di una rinnovata fiducia dei consumatori nel settore dell’ospitalità.
Crisi del whiskey americano: Kirin valuta la vendita di Four Roses
Il mercato globale del whiskey vive una fase di incertezza, e anche i grandi nomi non sono immuni. Secondo quanto riportato dal Financial Times, il gruppo giapponese Kirin Holdings starebbe valutando la cessione del marchio Four Roses, uno dei più storici bourbon del Kentucky.
L’azienda, che avrebbe incaricato la banca d’investimento UBS di esplorare possibili acquirenti, punta a una valutazione vicina al miliardo di dollari. Kirin, che aveva acquisito Four Roses nel 2002, non ha rilasciato commenti ufficiali sulle indiscrezioni.
Fondata nel 1888, la distilleria ha presentato nel 2023 un rinnovamento completo del brand, ma il contesto economico non ha giocato a favore. Dazi, aumento dei costi e calo della domanda – soprattutto per i distillati nordamericani – hanno pesato sui risultati.
Nel primo semestre del 2025, Four Roses ha registrato ricavi per circa 80 milioni di dollari, in lieve calo (-0,2%) rispetto all’anno precedente, mentre la divisione “beverage” di Kirin ha segnato un -20%.
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