Il mondo della distillazione nazionale osserva con interesse misto a cautela l’approvazione dell’intesa economica tra la Commissione di Bruxelles e le nazioni del blocco Mercosur. AssoDistil, l’organizzazione che rappresenta le industrie distillatrici del Paese, ha espresso una posizione articolata sull’accordo che ridisegnerà i rapporti commerciali tra i due continenti.
L’industria delle bevande alcoliche di alta gradazione vede nell’apertura verso i mercati sudamericani una strada per incrementare la penetrazione commerciale oltreconfine. I numeri diffusi dall’esecutivo europeo promettono risultati incoraggianti: secondo le proiezioni ufficiali, le vendite dei prodotti agroalimentari comunitari potrebbero registrare un balzo del 50%, mentre le barriere tariffarie subiranno un taglio del 35%. Per gli operatori del comparto, questi dati rappresentano una boccata d’aria fresca dopo le turbolenze innescate dalle misure protezionistiche d’oltreoceano.
Il segmento della Grappa ad Indicazione Geografica si trova davanti a scenari inediti di sviluppo commerciale. La tutela della denominazione nei territori sudamericani costituisce un elemento di particolare rilievo per i produttori nazionali, aprendo la strada a strategie espansive in aree geografiche finora poco esplorate dal comparto italiano.
Tuttavia, l’associazione di categoria mette in guardia contro i rischi connessi all’operazione. Il timore principale riguarda l’ingresso di prodotti spiritosi di qualità scadente sul mercato europeo, realizzati con materie prime e processi produttivi che non rispettano i parametri comunitari. Gli industriali del settore annunciano un monitoraggio costante per individuare tempestivamente eventuali effetti negativi sulle aziende associate.
La questione etanolo genera le maggiori apprensioni tra gli addetti ai lavori. L’arrivo massiccio di alcol etilico dal Sud America potrebbe destabilizzare gli equilibri del mercato europeo, introducendo prodotti caratterizzati da prezzi aggressivi ma standard produttivi presumibilmente inferiori a quelli continentali.
Il capitolo relativo all’alcol per applicazioni industriali presenta criticità specifiche che preoccupano le distillerie nazionali. L’accordo prevede l’ingresso di 650.000 tonnellate di etanolo, di cui 450.000 beneficeranno dell’esenzione dai dazi doganali per destinazioni industriali. Questo volume equivale alla metà del fabbisogno europeo nel settore, creando potenziali squilibri per i produttori continentali e le relative filiere agricole. Il comparto europeo sconta già svantaggi competitivi legati alla scarsa disponibilità di materie prime e, soprattutto, ai vincoli più severi imposti per garantire eccellenza qualitativa e sostenibilità ambientale.
Un ulteriore elemento di criticità emerge dalla difficoltà nel controllare l’effettiva destinazione del prodotto importato. L’utilizzo dovrebbe rimanere circoscritto alle applicazioni chimico-industriali, escludendo la combinazione con altre sostanze. Tuttavia, una volta entrato nel territorio comunitario sotto la medesima classificazione doganale dell’alcole etilico, il prodotto diventa praticamente intracciabile.
L’organizzazione dei distillatori sottolinea l’importanza di predisporre meccanismi di protezione per il settore europeo. L’attivazione delle clausole di salvaguardia diventerà essenziale qualora si verifichino danni comprovati ai produttori continentali, rendendo necessaria l’implementazione di adeguati strumenti di sostegno economico per tutelare il comparto.
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