Il Paper Plane ha appena compiuto 18 anni, eppure ha già conquistato lo status di “modern classic” riconosciuto a livello globale. D’altronde, si tratta di un cocktail d’autore in cui bourbon, Aperol e Amaro Nonino si armonizzano in un bilanciamento raffinato. Insomma, merita di essere degustato e, nel frattempo, di scoprirne la genesi e la formula.
Le origini del cocktail
A dar vita al Paper Plane, nel 2007, fu Sam Ross, tra i bartender contemporanei più celebri e influenti, che lo sviluppò per la carta inaugurale di un locale in cui non mise mai piede dietro al banco: il Violet Hour di Chicago. Ross elaborò il drink su sollecitazione dell’amico Toby Maloney, collaboratore del Violet Hour, alla ricerca di proposte originali per arricchire il menu del bar.
L’ispirazione per la nuova creazione provenne dal Last Word, drink immediato da realizzare e memorizzare grazie alla sua ricetta basata su quattro ingredienti in dosi identiche. In una prima fase, Sam Ross sperimentò una combinazione di bitter Campari, succo di limone fresco, bourbon e Amaro Nonino, ma la formula risultava non perfettamente bilanciata; l’equilibrio definitivo venne raggiunto in seguito, rimpiazzando il Campari con l’Aperol e dando così forma al Paper Plane che conosciamo oggi. E che in breve tempo, dal Violet Hour si propagò dapprima negli Stati Uniti e poi nel resto del mondo, anche grazie alla notorietà del suo ideatore.
Sam Ross: dal Ginger di Melbourne all’Attaboy di New York
Originario di Melbourne, Australia, Sam Ross aveva iniziato a lavorare nel settore dei bar all’età di 15 anni e nel 2001 aveva supportato la madre e la sorella nell’apertura del Ginger, cocktail bar nella città australiana. Nel 2004 si trasferì a New York e cominciò a collaborare con il maestro Sasha Petraske, affermandosi rapidamente come uno dei protagonisti della cocktail renaissance newyorkese, dietro al bancone di locali divenuti leggendari come il Milk & Honey o il Pegu Club di Audrey Saunders.
Proprio in quegli anni ideò cocktail che conquistarono presto fama mondiale come il Penicillin e, naturalmente, il Paper Plane, entrambi inseriti nella lista ufficiale della International Bartenders Association (IBA). Attualmente è co-proprietario dell’Attaboy, inaugurato nel 2013 nei 46 metri quadri precedentemente occupati dal Milk & Honey, trasferitosi in una location più ampia.
L’origine del nome
Fu lo stesso Sam Ross a denominare Paper Plane (in italiano “aereo di carta”) la sua creazione, ma il nome non presenta particolare correlazione con le caratteristiche del drink. “Paper planes” è infatti il titolo di un brano della rapper britannica M.I.A., hit molto diffusa nelle radio proprio nel periodo in cui il bartender stava perfezionando la ricetta del cocktail.
La ricetta IBA del Paper Plane
L’IBA ha inserito nel 2020 il Paper Plane nella lista dei suoi cocktail ufficiali, a dimostrazione della popolarità conquistata da questo drink in poco più di dieci anni.
Tecnica: Shake and Strain
Bicchiere: coppetta a cocktail
Ingredienti:
- 30 ml bourbon
- 30 ml Amaro Nonino
- 30 ml Aperol
- 30 ml succo fresco di limone
Servire nella coppetta ghiacciata.
Il Paper Plane in musica
Non è infrequente che i cocktail abbiano ispirato delle canzoni. Come abbiamo visto, però, nel caso del Paper Plane è stata una canzone a ispirare il cocktail, o perlomeno la sua denominazione. “Paper planes” è il terzo singolo estratto da “Kala”, secondo album della rapper londinese M.I.A., pubblicato nel 2007.
Composta dalla stessa M.I.A., figlia di rivoluzionari tamil dello Sri Lanka, in collaborazione con il collega americano Diplo, la canzone mette in evidenza i pregiudizi e le ingiustizie che gli immigrati devono affrontare nel mondo occidentale. Tema che evidentemente toccò Sam Ross (anch’egli, in fondo, un immigrato in terra americana) e più che mai attuale a 18 anni di distanza, proprio come il cocktail a cui il brano ha suggerito il nome. E forse non solo quello: dopotutto c’è qualcosa di leggermente “rivoluzionario” anche nell’accostare bourbon, Amaro Nonino e Aperol…

Photo Credits: Nicole Cavazzuti
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