Il miglior bar del mondo è messicano, ma l’Italia ha ben quattro locali fra i World’s 50 Best Bars

 Il miglior bar del mondo è messicano, ma l’Italia ha ben quattro locali fra i World’s 50 Best Bars

Ai Word’s 50 Best Bars 2024 l’Europa perde il primato che deteneva ininterrottamente dal 2020: il Sips di Barcellona, numero uno nel 2023, resta il migliore cocktail bar del Vecchio continente ma scende in terza posizione. E davanti ci sono insegne basate non a New York o San Francisco, bensì a Città del Messico e Hong Kong: l’ulteriore riprova di come, anche in questo settore, gli equilibri mondiali siano in piena evoluzione, con la crescita della mixology asiatica e latinoamericana.

ASIA, AFRICA E SUD AMERICA

Del resto, e non da quest’anno, in lista ricorrono con sempre maggiore frequenza città come Tokyo, Singapore, Bangkok o Dubai, ma anche Bogotá, Guadalajara o Lima. Ed è solo l’inizio: l’Africa è dietro l’angolo a prendere appunti, come dimostrano i locali di Nairobi e Johannesburg attualmente nelle posizioni di rincalzo (rispettivamente 75esimo e 81esimo). Inoltre, tra pochi giorni, i Campionati Mondiali Iba (International Bartenders Association) a Madeira ospiteranno per la prima volta concorrenti di Nigeria e Senegal. Ma torniamo ai World’s 50 Best Bars: il miglior locale in assoluto è l’Hadshake Spekeasy di Città del Messico, già vincitore ad aprile dei North America 50 Best Bars. Un secret bar (categoria sempre molto di moda in tutto il mondo) nascosto dietro un anonimo portone nel quartiere Colonia Juárez, disposto su due piani e ispirato ovviamente alle atmosfere del Proibizionismo, quando negli Stati Uniti proliferarono appunto i bar segreti dove bere alcolici al riparo dalla legge. A conquistare la giuria è stata soprattutto la drink list ideata dal bar director Eric Van Beek, che innova la tradizione dei classici con sapori “fusion” inediti e tecniche all’avanguardia messe a punto nel laboratorio interno.

L’ITALIA NEL MONDO

Il miglior bar italiano è il Drink Kong di Roma, 33esimo. Ma il nostro Paese è in qualche modo rappresentato già nei gradini più alti del podio: al secondo posto troviamo infatti Bar Leone, locale italianissimo nel nome, nell’ispirazione, nell’immagine vintage, nel menù e nella proprietà (il romano Lorenzo Antinori), solo che si trova a Hong Kong. Aperto meno di due anni fa nel Central District della cosmopolita megalopoli cinese, la scorsa estate si era imposto al vertice degli Asia’s 50 Best Bars con una formula semplice ma efficace riassunta nello slogan “cocktail popolari”: drink classici, buoni e senza fronzoli, accompagnati da cibi altrettanto semplici della più genuina tradizione italiana, come la focaccia con la mortadella (e non manca il gelato artigianale). E c’è un po’ d’Italia anche in terza posizione, con il Sips di Simone Caporale e dello spagnolo Marc Alvarez, che l’anno scorso era al primo posto della classifica. Caporale, fra l’altro, aveva già contribuito a portare in vetta ai Word’s 50 Best Bars i londinesi Artesian (dal 2012 al 2015) e Connaught (nel 2020 e 2021), prima di realizzare con Alvarez a Barcellona questo cocktail bar raffinato e originale, privo del classico bancone e allargatosi quest’anno con Esencia, nuovo spazio da 14 posti che propone un’esperienza di menu degustazione di alto livello. Non basta: al decimo posto c’è un altro “italiano di Barcellona”, il secret bar Paradiso del toscano Giacomo Giannotti.

I MIGLIORI COCKTAIL BAR DELLO STIVALE

Lo abbiamo detto: il miglior cocktail bar italiano resta il Drink Kong di Roma, punto di riferimento nella capitale per tutti gli amanti dell’alta miscelazione: quest’anno è 33mo assoluto, 12 posizioni in meno rispetto a un anno fa. Patrick Pistolesi e il suo team sono comunque soddisfatti: “Siamo strafelici, per noi è un onore continuare a far parte di questa classifica e il risultato è superiore alle nostre aspettative, siamo ancora il migliore bar italiano e in una posizione comunque di rilievo a livello mondiale“, ci racconta a caldo a Madrid Andrea Pace, senior bartender a capo dello staff nell’attuale fase di riorganizzazione: Pistolesi non è tipo da sedersi sugli allori e il Drink Kong si evolve anno dopo anno, pur restando fedele alla sua formula di ispirazione orientale.

Patrick Pistolesi ha un background e una fama internazionali, un palato eccezionale e fa drink ‘fotonici’, il suo locale è entrato direttamente fra i 50 Best subito dopo l’apertura (nel 2020, ndr) e meriterebbe un piazzamento ancora migliore rispetto a quelli degli ultimi due anni“, osserva Luca Manni, fra i nomi più noti della mixology dello Stivale e bar manager di tre importanti realtà di Firenze come Move On, Caffè Gilli e Paszkowski, commentando con Horecanews i piazzamenti italiani nei World’s 50 Best Bars. “In generale – aggiunge – direi che è andata bene, quattro locali fra i primi 50 sono un risultato di cui andare orgogliosi. Sottolineato tra l’altro dalle dieci posizioni guadagnate dal Locale Firenze (dalla 46 alla 36, ndr) e dall’ingresso del Moebius di Milano direttamente in 38esima posizione. Il primo, in particolare, è noto per la sua miscelazione moderna e di qualità ma anche per l’atmosfera divertente e l’ottimo servizio: un locale dove si sta bene, come chiede oggi il pubblico, frequentato da fiorentini e turisti da tutto il mondo“.
La grande novità è appunto il Moebius, ristorante cocktail bar a Milano in zona Stazione Centrale: un bellissimo spazio chic post-industriale con una bottigliera di oltre 300 etichette e una drink list – “regno” del bar manager Giovanni Allario – in grado di accontentare ogni palato e ogni esigenza. “Il signature Pesto Martini è un must”, si legge nella presentazione dei World’s 50 Best Bars. E non è l’unico: “Negli ultimi anni il Moebius sta imponendo una nuova filosofia a livello di gestione, con una struttura studiata perfettamente per offrire un ottimo servizio“, nota Luca Manni. I suoi punti di forza? “Bell’ambiente, organici adeguati, personale ben preparato, investimenti fatti con criterio dal proprietario e co-fondatore Lorenzo Querci con i suoi soci. E un’offerta gastronomica di grande qualità (curata dallo chef Enrico Croatti, ndr). Un vero punto di riferimento“.
Sempre da Milano, a chiudere la lista dei primi 50 Best Bars è il 1930, ormai una vecchia conoscenza in questa prestigiosa classifica. “Lo speakeasy del gruppo di Flavio Angiolillo cede otto posizioni ma è ancora fra i top 50, un risultato comunque eccellente al sesto anno di presenza nella graduatoria”, continua Manni. Che mantiene l’Italia in equilibrio fra le quattro presenze nelle prime 50 posizioni e le tre nella seconda parte del ranking, fra la 51ma e la 100ma piazza, comunicata un paio di settimane fa. Nella quale, lo ricordiamo, sono retrocessi il Freni e Frizioni di Roma (dal 33esimo al 53esimo posto) e L’Antiquario di Napoli (dal 44mo al 78mo), mentre il milanese Camparino in Galleria è passato dall’85esima alla 92ma posizione.

Testo a cura di Nicole Cavazzuti e Stefano Fossati

Leggi l’articolo anche su Horecanews.it

Nicole Cavazzuti

Articoli correlati